00 26/11/2008 15:51
Tre ragazzini in ospedale per convulsioni da videogame

Da: Gazzetta di Mantova

Tre ragazzini in ospedale
per convulsioni da videogame


Stanno giocando ai videogame e crollano a terra, svenuti. Quasi contemporaneamente scattono gli impulsi al cervello che provocano la crisi convulsiva. Lo spavento dei genitori, la corsa in ospedale e l'osservazione per un certo periodo di tempo.

Succede e succede sempre più spesso: almeno tre volte negli ultimi quattro mesi, poco più di una decina di casi ogni anno. Si chiama epilessia da videogioco e non è una malattia, ma una predisposizione ereditaria che colpisce maggiormente i bambini e in virtù della quale il cervello è più esposto alle stimolazioni. Tre ragazzini mantovani hanno dovuto far ricorso alle cure ospedaliere dopo aver trascorso alcune ore davanti ai videogiochi.
(18 febbraio 2008)


Clinica per drogati da videogiochi

A luglio per i pazienti primo campo sopravvivenza nei boschi

(ANSA) - BRUXELLES, 17 GIU - Una clinica di Amsterdam, specializzata nella cura delle dipendenze, ha deciso quest'anno di aprire anche ai 'drogati' dai videogiochi. La clinica Smith & Jones ha infatti organizzato per luglio il primo campo di sopravvivenza per i maniaci dei videogames, visto il numero crescente di adolescenti (soprattutto ragazzi fra gli 8 e i 18 anni) che possono passare fino a 16 ore davanti allo schermo. Dovranno sopravvivere per due settimane nei boschi fra Olanda e Germania, lontani da tentazioni.



Da: LASTAMPA.it  5/6/2006
Amsterdam: Apre la clinica contro la dipendenza dai videogiochi
 
DI IVAN FULCO
Lo scorso luglio, quando da Pechino era filtrata la notizia dell'esistenza di una clinica per la disintossicazione da videogiochi, in molti avevano pensato ad un'anomalia da regime socialmente invasivo. Undici mesi dopo, invece, anche l'Europa si prepara all'apertura di una struttura simile. La seconda al mondo, la prima per il nostro continente.

Il progetto è della Smith & Jones, una società olandese di consulenza sulle dipendenze, che ha annunciato l'apertura ad Amsterdam, per il prossimo luglio, di una clinica specializzata in dipendenza da videogiochi.

«Ricevevamo quindicenni che mostravano lo stesso comportamento dei cinquantenni dipendenti dal gioco d'azzardo - ha spiegato Keith Bakker, direttore della Smith & Jones, alla BBC – Eccetto per il fatto che la compulsione di questi giovani – quasi sempre ragazzi – consisteva nel giocare con i videogiochi».

I sintomi della dipendenza? «Possono verificarsi stati di ansia, attacchi di panico, problemi del sonno, sogni riguardanti i videogiochi, incubi e tremori – spiega Bakker, che descrive i videogiocatori attualmente in cura come adolescenti in cerca di una fuga dalla realtà, generalmente privi di vita sociale, trascurati dai genitori e dotati di scarsa autostima. Una sorta di ritratto per stereotipi, rafforzato dalle parole con le quali il direttore della Smith & Jones descrive il fenomeno-videogioco.

«La situazione può finire completamente fuori controllo. Questi videogiochi sono progettati per far proseguire a oltranza il giocatore, non c'è una ricompensa ultima, è come scalare una montagna senza vetta. I ragazzi – prosegue Bakker – non si trovano nelle loro camere per giocare titoli basati sulla raccolta di fiori. Trascorrono diciotto ore al giorno giocando titoli basati sull'uccisione di persone».

Il centro della Smith & Jones, secondo quanto riportato, conterà su otto posti letto e offrirà un trattamento di disintossicazione che dovrebbe durare tra le quattro e le otto settimane. I fondatori della società olandese si occupano di fenomeni di dipendenza dal 1991.

Ma i videogiochi sono davvero in grado di dare dipendenza? Negli ultimi anni, le cronache orientali hanno riportato diversi casi di videogiocatori deceduti dopo lunghe sessioni di gioco, in genere a causa di problemi circolatori o di scarso nutrimento. Eventi verificatisi perlopiù in paesi con elevata penetrazione dei giochi di ruolo online, come Giappone, Cina e Corea del Sud. Ma in Europa, finora, non si è arrivati a simili casi limite.

Nonostante l'ampio numero di studi scientifici sul tema, soprattutto recenti, in nessun caso è stata comunque dimostrata l'effettiva capacità dei videogiochi di creare dipendenza, quantomeno nell'accezione clinica del termine.


Da: CORRIERE  DELLA  SERA.it  Lecco un ragazzino di nove anni si affloscia davanti allo schermo mentre gioca al Super Mario ricevuto in regalo a Natale

Videogioco, convulsioni per un bimbo

" Ce l' ho fatta a vincere, sono un mito " , e cade a terra: dramma per una famiglia Cinque giorni in ospedale Ora sta bene Il medico: " Imposssibile individuare prima i rischi "


----------------------------------------------------------------- A Lecco un ragazzino di nove anni si affloscia davanti allo schermo mentre gioca al Super Mario ricevuto in regalo a Natale Videogioco, convulsioni per un bimbo "Ce l'ho fatta a vincere, sono un mito", e cade a terra: dramma per una famiglia Cinque giorni in ospedale Ora sta bene Il medico: "Imposssibile individuare prima i rischi" LECCO - Ha visto comparire sul video una stella che per qualche secondo ha brillato da bucare lo schermo. "Ce l'ho fatta a vincere, sono un mito", ha gridato il piccolo Marco (il nome e' di fantasia), 9 anni, prima di scattare in piedi dalla felicita'. Poi si e' afflosciato come un sacco vuoto. La sorellina, che gli era accanto davanti alla tv, ha pensato a uno scherzo, una messa in scena per festeggiare la mossa da 1.000 punti centrata dal fratello al Super Mario Bros, il videogioco della Nintendo ricevuto in dono per Natale. E ha continuato a ridere, guardando sul video la stella della vittoria che si allontanava in una scia luminosa. Poi la scena si fa concitata: la madre, richiamata dal tonfo, corre nella stanza e si mette a urlare dallo spavento, il padre si getta sul corpo di Marco per cercare di rianimarlo. Il piccolo e' accucciato in posizione fetale, e' cianotico, perde bava dalla bocca. E allora la sorellina capisce che il gioco e' finito, che Marco non sta fingendo, che e' stata la stella del bingo a ridurre il fratello in quelle condizioni. I medici confermano: crisi convulsiva da videogioco. Adesso il bambino sta bene, ma ha passato 5 giorni nel reparto di pediatria dell'ospedale di Lecco. "Sono stati gli stimoli luminosi del videogioco a provocare nel bambino, particolarmente sensibile, la crisi di natura convulsiva", dice il dottor Ottaviano Martinelli, il neurologo dell'ospedale che ha visitato Marco. Non e' il primo caso: a Lecco la sindrome da videogioco ha colpito altre volte. Dopo il mostriciattolo fluorescente dei cartoni animati che ha portato in ospedale centinaia di bambini giapponesi caduti in trance davanti alla tv, adesso arriva da Colico, 40 chilometri sopra Lecco, la storia di Marco sprofondato in una crisi di tipo epilettico dopo aver giocato al Super Mario Bros che il padre Ferdinando, impiegato, gli aveva collegato al televisore tramite una console. Sono le 18 del 25 dicembre quando Marco si siede davanti alla tv, nella stanza dei genitori, per cominciare l'avventura. Ci gioca per un'ora, poi il padre lo ferma: "Quando ho aperto la scatola del gioco - racconta il genitore - avevo letto nelle avvertenze che era meglio sospendere di tanto in tanto: 15 minuti di pausa ogni ora di gioco. Cosi' ho detto a mio figlio di spegnere". Marco ubbidisce, ma quando rientra a casa la madre, ausiliaria al vicino ospedale di Bellano, la tentazione e' troppo forte: vuole farle vedere come e' diventato bravo con il videogame. "Mia moglie e' stata per qualche minuto accanto a Marco, poi se ne e' andata ridendo perche' lei di videogiochi non capisce niente - continua il padre di Marco -. Qualche minuto dopo abbiamo sentito il tonfo. Quando l'ho visto ridotto in quelle condizioni, con la bava alla bocca, pensavo fosse morto". In realta' il bambino non e' mai stato in pericolo di vita dicono i medici: "Le crisi passano - conferma il neurologo Martinelli - ma la cosa che preoccupa e' l'impossibilita' pratica d'individuare quali siano i bambini a rischio prima dell'attivazione del videogioco". ----------------------------------------------------------------- ALBERTO OLIVERIO L'esperto: "Solo sovraeccitazione La vera convulsione e' altra cosa" MILANO - I videogiochi non provocano l'epilessia. Semmai possono scatenare una crisi convulsiva nelle persone predisposte alla malattia. Secondo uno studio europeo, presentato all'ultimo Congresso internazionale sull'epilessia, almeno il 5 per cento delle persone adolescenti e adulte manifestano il loro primo attacco epilettico proprio davanti a un videogioco. Il tipo di luce degli schermi del computer o della televisione e l'elevata frequenza con cui si succedono le immagini, associati alla vicinanza allo schermo, sono probabilmente i responsabili dell'effetto stimolante sul cervello. Ci sono, poi, videogiochi che comportano un particolare tipo di strategia di pensiero che sembra contribuire allo scatenamento della crisi. "Non bisogna pero' confondere" avverte il professor Alberto Oliverio, docente di Psicobiologia all'Universita' di Roma, "una crisi convulsiva con uno stato di ipereccitabilita'. Puo' succedere che i bambini, emotivamente instabili e fortemente impegnati nel gioco, si eccitino a tal punto da manifestare disturbi simili a quelli di un attacco convulsivo. Se esiste un focolaio epilettico nel cervello, di solito e' ben documentabile con un elettroencefalogramma". ----------------------------------------------------------------- IL PERSONAGGIO DELLA "NINTENDO" Le avventure dell'"idraulico con i baffi" un successo mondiale da piu' di 10 anni Il personaggio di "Mario" l'idraulico e' nato ufficialmente nel 1985, e al suo incredibile successo sono in gran parte legate le fortune della "Nintendo", la casa produttrice di videogiochi giapponese. In realta', "Mario" era apparso quattro anni prima nel gioco "Donkey Kong", distribuito solo nelle sale giochi, in cui Mario faceva il guardiano dello zoo costretto a rincorrere un gorilla gigante scappato dalla gabbia. Quando Mario divenne protagonista di uno dei primi, rudimentali videogiochi da casa, i responsabili della Nintendo gli aggiunsero un paio di folti baffi "per sottolineare che era un uomo e non un animale o un pezzo di edificio", e lo dotarono di un fratello, Luigi, da cui il nome Mario "Bros" (abbreviazione di "Brothers", fratelli"). Da allora, Mario Bros e' diventato uno dei videogiochi piu' popolari. Hollywood ne ha tratto un film con attori "in carne e ossa" interpretato da Bob Hoskins, e in tutto il mondo si organizzano campionati internazionali di Mario Bros. Nell'ultima versione del videogioco, "Super Mario 64", Mario entra in un castello per visitare la Principessa, ma non riesce a trovarla. Comincia allora una ricerca attraverso quindici "mondi magici". Per raggiungere il suo obiettivo Mario deve superare sabbie mobili, scalare montagne innevate, saltellare su laghi di lava bollente, esplorare piramidi e infine concludere vittoriosamente tre battaglie contro il suo arcinemico "Bowser, il re dei Koopas".

Monti Daniela

Pagina 15
(4 gennaio 1998) - Corriere della Sera