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Barak Obama: l'uomo unto di nero del mio romanzo?

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    00 14/10/2008 15:57
    La Casa Bianca: la casa di Meb del mio romanzo?
    Barack Obama: l'uomo unto di nero del mio romanzo?
    La Casa Bianca: la Casa di Meb del mio romanzo?
    Meb= Oba ma- Biden? (L'omega e l'alfa del mio romanzo?)
    E la casa senza porte e senza finestre del mio romanzo, <<che cos'è>>?
    E "il camionista" del mio romanzo <<chi è>>?
    E le "condutture" da riparare del mio romanzo <<quali sono>>? 
    E l'<<attacco alla rete informatica mondiale>>, la <<guerra nel cyberspazio>> del mio romanzo <<quand'è>>?

    C'è chi il 4 ottobre scorso ha visto degli UFO triangolari nei cieli di Filadelfia:
    puntini bianchi ripresi da una videocamera amatoriale sopra le teste del pubblico che assisteva al concerto di Bruce Springsteen per il candidato democratico alla Casa Bianca Barack Obama.
    [Modificato da zsbc08 14/10/2008 16:27]
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    00 14/10/2008 16:25
    Lo "Strano Anello" Libertà-Potere (economico)
    E il rapporto circolare (strano anello: teorema dell'incompletezza di Godel) libertà-potere (economico) del mio romanzo <<che cos'è>> e <<quand'è>>?

    Ecco quello che ho scritto nella quarta di copertina del mio romanzo, pubblicato nel mese di dicembre 2007: <<Cosa accadde veramente in quei giorni a Canneto di Caronia? E prima? E dopo? E cosa deve ancora accadere? ... Ti sei mai posto quest'ultima domanda?... [...] E gli incendi ... [...] a Los Angeles?>>

    Perchè, proprio in questi giorni di ottobre, la California è in fiamme e ieri, 13 ottobre, è stata divulgata la notizia che Los Angeles è minacciata dalle fiamme?
    Perché tutti questi incendi in California? nel 2007 e nel 2008?

    Ecco quello che ho scritto nella quarta di copertina del mio romanzo, pubblicato nel mese di dicembre 2007: <<E cosa sta accadendo ai nostri cervelli? ai nostri neuroni? alle nostre sinapsi? Chi sta rubando la nostra memoria? e perché?>>

    Ecco come si chiude il mio romanzo (p. 175):

    La domanda finale


    <<Ogni periodo della storia della terra è contaddistinto dalla preponderanza di uno dei quattro elementi: terra, acqua, aria, fuoco. In questa nostra epoca, è il fuoco che comincia a dominare, l'umanità conoscerà il fuoco in tutti i suoi aspetti [...]>> (Omraam Mikhael Aivanhov)

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    00 22/10/2008 10:44
    Il tandem Barack Obama e Hillary Clinton
    Da: LaStampa.it

    22/10/2008
    Obama allunga ancora nei sondaggi
    Secondo il Wall Street Journal, l'Nbc e il sondaggio di oggi di Zogby, il candidato democratico staccherebbe quello repubblicano di dieci punti.
    WASHINGTON
    Barack Obama incrementa il suo vantaggio su John McCain, quando mancano due settimane all’elezione del nuovo presidente degli Stati Uniti. Secondo il  Wall Street Journal, l'Nbc e secondo il sondaggio di oggi di Reuters/C-Span/ Zogby, il candidato democratico stacca quello repubblicano di dieci punti. Obama incasserebbe il 52% delle preferenze, con McCain fermo al 42 per cento. Nell’indagine precedente, il senatore dell’Illinois era avanti di 6 punti. Un altro dato preoccupante per McCain è la mancanza di entusiasmo dei suoi stessi elettori. Quasi il 40% di chi lo sostiene ha detto di votare per lui soltanto perché lo ritiene «il male minore». Chi si definisce «entusiasta» della sua candidatura è il 26 percento, mentre il 34% è solo «soddisfatto». La popolarità di Sarah Palin è in netto calo. Il 55% degli elettori la considera non abbastanza qualificata per il ruolo di vice presidente. La percentuale era del 50% nell’indagine precedente.

    Due terzi degli ebrei americani intendono votare per il candidato democratico, secondo quanto indica un sondaggio realizzato dalla New York University. Il senatore afroamericano viene preferito dal 67% contro il 33% dei sostenitori di McCain. Il sondaggio era rivolto ad un campione di 3mila persone, la metà dei quali ebrei, e ha rilevato che questo gruppo di americani tende a sostenere Obama il 30% in più degli altri gruppi etnici bianchi, esclusi gli ispanici. McCain viene preferito dagli ebrei ortodossi, i quali lo sostengono al 73% contro il 27% per Obama. La percentuale a favore del candidato repubblicano sale al 90% fra gli ebrei ortodossi che hanno rapporti sociali esclusivamente con i loro correligionari.

    Barack Obama intanto già pensa ai preparativi per un’eventuale vittoria: festeggerà con un grande evento all’aperto nella sua Chicago. Lo staff del senatore dell’Illinois ha annunciato che per la notte del 4 novembre una festa al Grant Park, uno dei più estesi luoghi all’aperto della città, con una vista spettacolare sul lago Michigan, in genere usato per concerti e maratone.

    [Modificato da zsbc08 22/10/2008 10:45]
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    00 25/10/2008 10:02
    Altre chiavi di lettura del mio romanzo
    Nella trama del mio romanzo il protagonista e suo padre sono in viaggio per motivi di lavoro.
    Il padre del protagonista muore per uno strano "incidente sul lavoro", metre sono in viaggio, e, quindi anche per un "incidente stradale", perché è travolto, per "strane coincidenze", da un camionista (chi è il camionisa?).
    Lui è un ingegnere e deve riparare delle condutture e viene travolto da un camionista, mentre sono fermi, lui e il figlio, il protagonista, ad un abbeveratoio
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    00 05/11/2008 15:32
    I giovani portano Obama alla Casa Bianca
    Da: RaiNews24.it

    Washington | 5 novembre 2008
    I giovani portano Obama alla Casa Bianca. Ai Democratici anche il Congresso
    Barack Obama
    Barack Obama

    E' il primo presidente nero degli USA, ma non è il primo presidente dei neri. Barack Obama, il primo afroamericano eletto presidente degli Stati Uniti è il candidato democratico che ha ottenuto il più ampio sostegno tra gli elettori bianchi dal 1976. Un dato importante, che conferma la leadership costruita dal senatore dell'Illinois in due anni di campagna elettorale  non mettendo mai la razza al centro della sua proposta politica. L'analisi del voto dice anche che nella vittoria di Obama hanno giocato un ruolo determinante il voto dei neri, degli
    ispanici, delle donne e, soprattutto, dei giovani. E su questa fascia di elettorato determinante, nella campagna elettorale più estenuante e costosa della storia americana, è stato il ruolo del web. 

    McCain vince la partita fra gli Americani bianchi 
    Pur non riuscendo ad ottenere la maggioranza del voto bianco (nessun democratico ci è riuscito dalla vittoria di Lyndon Johnson nel 1964), Obama ha ottenuto il 43% del voto degli
    elettori bianchi, mentre John McCain ha avuto il 55%. Si tratta di quattro punti in meno della percentuale di Jimmy Carter.

    Ma perde quella del voto giovane
    Ma è fra i giovani che Obama ha costruito la sua vittoria: ha vinto nettamente tra quelli bianchi, con il 54% dei voti, contro il 44% per McCain. "In questo senso, l'elezione di Obama ricorda da
    vicino quella di John Kennedy nel 1960, quando la novità del programma ed il desiderio di un cambiamento generazionale si fusero con la possibilità di segnare una svolta storica eleggendo un primo presidente cattolico, anche se Kennedy non si volle mai presentare come il candidato cattolico", scrive oggi il Los Angeles Times.

    Una mappa in evoluzione
    Un rapido sguardo alla mappa elettorale di Cnn mette in risalto il crescendo del sostegno al candidato democratico man mano che si scende di età nelle fasce di elettorato: gli oltre 65enni hanno votato McCain (53% a 45%); i cinquantenni si sono divisi equamente fra Obama e McCain; trentenni e quarantenni hanno preferito Obama più o meno con lo stesso margine del dato complessivo nazionale (52% a 46). Ma se prendiamo in esame i giovani fra 18 e 29 anni, gli exit polls dicono che il 66% ha votato Obama e il 32% McCain. 

    Donne e uomini
    Obama ha convinto soprattutto le donne: tradizionale bacino elettorale democratico, è vero, ma il senatore dell'Illinois ha saputo far breccia anche nelle 'WalMart women' degli stati dell'america profonda, quella saldamente repubbilcana. Anche così si spiega il margine molto ampio con il quale Obama vince su McCain se consideriamo solo il voto femminile: 56% contro 43%. Sostanzialmente pari, invece, la partita nell'elettorato maschile: 49% per Oabma, 485 per McCain 

    Minoranze e voto
    Obama ha fatto naturalmente il pieno del voto afroamericano, il 96%, che ha costituito il 13% del totale, con un aumento del 2% rispetto a quattro anni fa. E, altro elemento cruciale della vittoria, ha ottenuto il 67% del voto ispanico: vale a dire due latinos su tre hanno votato per lui. Un risultato molto importante per i democratici che riescono a bloccare il pericoloso spostamento del voto ispanico verso il Gop che si era registrato con George Bush: McCain ha infatti ottenuto il 30%, 10 punti in meno del presidente uscente.

    La prima campagna dell'era YouTube
    Come ha scritto fra gli altri Adam Nagourney sul New York Times, questa è stata la prima campagna elettorale nel'era internet, e la rete "ha fondamentalmente stravolto il modo in cui le campagne presidenziali si sono sempre combattute" negli Stati Uniti.

    Questa corsa verso la Casa Bianca "ha riscritto le regole", ha cambiato "il modo di raggiungere gli elettori, di raccogliere fondi, di organizzare i supporters dei candidati, di gestire le notizie diffuse dai media, di analizzare e cercare d'influenzare l'opinione pubblica".

    Lo staff di Obama è riuscito nell'impresa di avvicinare al voto, soprattutto grazie alla rete, un nuovo bacino elettorale fatto di giovani, afroamericani e ispanici. Un cambiamento epocale che "avrà ramificazioni durature riguardo a come i partiti agiranno d'ora in poi per costituire coalizioni solide". Il New York Times riporta le parole di Mark McKinnon, senior adviser delle campagne elettorali di Bush nel 2000 e nel 2004. "Credo che queste elezioni saranno oggetto di studio per gli anni a venire". Secondo Nagourney repubblicani e democratici concordano sul fatto che un tale stato di cose sia "in larghissima misura un risultato del modo in cui la
    campagna di Obama ha cercato di comprendere e sfruttare le potenzialità di internet e di altre nuove forme di comunicazione per organizzare i propri supporters e per far giungere il proprio messaggio a quegli elettori che non fanno più primario riferimento all'informazione fornita dai
    giornali e dalla televisione".

    Tra i "nuovi media" che di fatto la campagna democratica è riuscita a sfruttare proficuamente Nagourney cita YouTube, "una realtà che nel 2004 non esisteva, e gli sms inviati ieri ai cellulari dei supporters per ricordar loro di andare a votare".  "Sono pronta a dichiarare un vincitore di queste presidenziali Usa 2008, prime vere elezioni del 21esimo secolo: è Internet" ha scritto ieri nel suo editoriale Arianna Huffington, fondatrice dell'Huffington Post, blog liberal che speculare al conservatore Daily Beast di Tina Brown, ex direttrice di Vanity Fair e New Yorker.

    Numeri da record
    Obama ha vinto le elezioni presidenziali con la maggioranza assoluta dei suffragi, circa il 52%. Non succedeva dal 1976 per un candidato democratico alla casa Bianca, da quando
    cioè Jimmy Carter aveva ottenuto il 50,1% dei suffragi. Bill Clinton non è mai riuscito a raggiungere la maggioranza assoluta. Nel 1996, anno della sua rielezione trionfale, aveva vinto con il 49,24% dei voti. E' record anche il tasso di partecipazione, pari al 66%.

    Grandi elettori
    Obama ha ottenuto 349 voti elettorali, il candidato repubblicano, John McCain, 163
    voti.
    I voti di Obama vengono da Vermont (3), Virginia (13), Ohio (20) Connecticut (7), Delaware (3), Distretto di Columbia (3), Illinois (21), Maine (4), Maryland (10), Massachusetts (12), New
    Hampshire (4),New Jersey (15), Pennsylvania (21), Michigan (17), Minnesota (10), New Mexico (5), New York (31), Rhode Island (4), Wisconsin (10), Iowa (7), Nevada (5), California (55), Oregon (7), Stato di Washington (11), Florida (27), Hawaii (4), Indiana (11).

    I voti di McCain vengono da Georgia (15) Kentucky (8), South Carolina (8), West Virginia (5), Alabama (9), Mississippi (6), Tennessee (11), Oklahoma (7), Kansas (6), Lousiana (9), South
    Dakota (3), Arkansas (6), North Dakota (3), Texas (34) Wyoming (3), Utah (5), Idaho (4), Nebraska (5), Arizona (10), Alaska (3), Montana (3).

    Per essere eletto alla Casa Bianca occorrevano 270 voti elettorali. Mancano ancora i risultati di due Stati: North Carolina (15 voti) e Missouri (11 voti).

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    00 06/11/2008 09:45
    «Siamo gli Stati Uniti d'America» : L'augurio di Benedetto XVI al presidente eletto
    Il senatore Barack Obama vince la corsa alla Casa Bianca

    «Siamo gli Stati Uniti d'America»


    L'augurio di Benedetto XVI al presidente eletto


    Washington, 5. Calorosi saluti e cordiali auguri sono stati rivolti da Benedetto XVI al senatore Barack Obama che ieri si è aggiudicato le presidenziali negli Stati Uniti. Nella "storica occasione" dell'elezione, il Papa - in un telegramma trasmesso attraverso l'ambasciatore statunitense presso la Santa Sede, Mary Ann Glendon - assicura Obama delle sue preghiere affinché Dio lo assista nelle sue "alte responsabilità al servizio della nazione e nella comunità internazionale". Possano le abbondanti benedizioni del Signore - auspica Benedetto XVI - "sostenere lei e l'amato popolo americano nei vostri sforzi, insieme a tutti gli uomini e alle donne di buona volontà, per costruire un mondo di pace, solidarietà e giustizia". Analogo messaggio è stato rivolto al presidente eletto, sempre attraverso l'ambasciatore, dal segretario di Stato cardinale Tarcisio Bertone.
    L'affermazione di Obama è stata netta, anche se non si è avuto quell'effetto valanga che alcuni presagivano. Il senatore dell'Illinois ha vinto - come era prevedibile - nel New England e nella regione settentrionale dei laghi, ma soprattutto ha confermato la supremazia democratica in Pennsylvania e ha strappato ai repubblicani l'Ohio e lo Iowa, oltre ad altri Stati chiave, quali la Florida. Proprio i risultati dell'Ohio e dello Iowa sono stati il primo segnale della sconfitta di McCain, arrivato al giorno dell'elezione in forte ritardo in tutti i sondaggi.
    Complessivamente, Obama ha ottenuto circa il 52 per cento dei suffragi conquistando almeno 349 voti elettorali, quando ne erano necessari 270 per vincere. McCain ne ha al momento ottenuti 160. In termini assoluti, a Obama,  secondo  la  Fox,  sono  andati 61,5 milioni di suffragi, a John McCain 54,8 milioni, pari a circa il 47 per cento del totale.
    Nel suo primo discorso rivolto alla nazione come presidente eletto Obama ha parlato di "una nuova alba". Davanti alle migliaia di persone radunatesi al Grant Park di Chicago, Obama ha ribadito che l'America ha dimostrato di essere un Paese "dove nulla è impossibile". Il presidente eletto ha offerto l'onore delle armi agli avversari:  dobbiamo "lavorare uniti per rinnovare il Paese". E ha puntato buona parte del suo discorso sull'unità, dopo una doppia campagna elettorale senza esclusione di colpi. "Siamo e saremo - ha sottolineato - gli Stati Uniti. Abbiamo dimostrato al mondo che non siamo solo una collezione di individui di tutti i tipi".
    Ma la parte del leone nel suo discorso l'ha fatta l'economia, questione che molto probabilmente gli ha fatto vincere le elezioni. "Wall Street, la strada della finanza - ha spiegato con un gioco di parole a portata di tutti quelli che lo ascoltavano - non si può arricchire mentre Main Street, la gente comune, soffre". La finanza, cioè, non può vivere in una gabbia dorata separata, se non addirittura parassita dell'economia reale. E Obama, in un periodo di crisi così profondo per l'economia americana, ha cercato di indicare un obiettivo più alto ai suoi concittadini, un sogno che può ridare slancio:  "Cresciamo o cadiamo come una nazione, come un popolo". Una nuova identità, quella indicata da Obama, basata sui valori più che sul valore. "Un nuovo giorno per la leadership americana - ha aggiunto il senatore dell'Illinois - è a portata di mano. La forza autentica della nostra nazione non proviene dall'entità del nostro benessere ma dal potere dei nostri ideali".
    Nel suo discorso più difficile, pronunciato dopo che il sogno della Casa Bianca era definitivamente tramontato, John McCain si è dimostrato un vero statista e ha anteposto il futuro del Paese all'amarezza personale. "Cari amici, siamo arrivati alla fine di un lungo viaggio. Il popolo americano ha parlato, e ha parlato chiaramente", ha esordito il candidato repubblicano davanti alle tremila persone assiepate sul prato dell'Arizona Biltmore Hotel di Phoenix. "Poco fa - ha aggiunto - ho avuto l'onore di chiamare il senatore Barack Obama e di congratularmi con lui per l'elezione a prossimo presidente del Paese che entrambi amiamo". Una frase, quest'ultima, accolta da qualche fischio dei sostenitori delusi, che McCain ha subito messo a tacere. "In un contesto lungo e difficile come questa campagna elettorale - ha detto - il solo fatto che abbia vinto merita il mio rispetto per la sua abilità e perseveranza".
    Oltre a conquistare alla grande la Casa Bianca, il partito democratico ha ampliato la propria maggioranza al Congresso, ma senza raggiungere la cosiddetta "cifra magica" di 60 senatori su 100 al Congresso. Una maggioranza che avrebbe neutralizzato di fatto l'opposizione repubblicana, impedendole di fare ostruzionismo. In base ai risultati provvisori, il partito democratico guadagna 15 seggi alla Camera, raggiungendo un totale di 248, contro 166 per i repubblicani. Al Senato, il guadagno è di 5 seggi, per raggiungere quota 56, contro i 40 per i repubblicani.


    (©L'Osservatore Romano - 6 novembre 2008)
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    00 06/11/2008 15:03
    Bush: americani orgogliosi dell'elezione di Obama, hanno fatto la storia
    Da: Rainews24.it


    Washington | 5 novembre 2008
    Bush: americani orgogliosi dell'elezione di Obama, hanno fatto la storia
    George Bush
    George Bush
     Nel suo primo intervento pubblico dopo l’elezione di Baraci Obama, il presidente degli Stati Uniti George W. Bush ha detto oggi che "tutti gli americani possono essere orgogliosi" di avere "fatto la storia" col voto.

    Si tratta di "un sogno che si è realizzato" per la generazione del movimento dei diritti civili.

    "La notte scorsa ho avuto un'intensa conversazione con il presidente eletto Barack Obama", ha affermato Bush dal Giardino delle Rose alla Casa Bianca.

    "Mi sono congratulato con lui e con il senatore (Joe) Biden per la loro impressionate vittoria - ha continuato - ho detto al presidente eletto che puo' contare sulla completa cooperazione dalla mia Amministrazione mentre avvia la transizione alla Casa Bianca".

    Il presidente uscente, che rimarra' in carica fino al 20 gennaio, ha riferito di aver invitato Obama e la sua famiglia alla Casa Bianca: "Io e Laura non vediamo l'ora di accoglierli al piu' presto".

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    00 07/11/2008 09:08
    I giornali israeliani scrivono: uno dei nostri alla Casa Bianca
    Da: RaiNews24

    Washington | 6 novembre 2008
    Emanuel è il capo dello staff di Obama. Il presidente eletto lunedì alla Casa Bianca
    Barack Obama
    Barack Obama

    Il presidente degli Stati Uniti George Bush riceverà lunedì alla Casa Bianca il neo eletto Barack Obama. Il presidente uscente ha promesso pieno sostegno al suo successore nella fase di transizione.

    Intanto Rahm Emanuel, 49enne deputato di Chicago, ha accettato di diventare capo dello staff di Barack Obama. Lo hanno reso noto fonti del partito democratico. Il deputato dell'Illinois, amico di chiara matrice clintoniana, guidera' la squadra nei due mesi e mezzo che separano dal giorno dell'entrata in carica del nuovo presidente, il 20 gennaio. 

    Emanuel, deputato alla Camera per il North Side di Chicago, ha un carattere forte ed è molto abile nella raccolta di fondi. A lui è ispirato un personaggio della serie Tv 'West Wing' (quello di Josh Lyman). Suo fratello Ari ha creato una delle più potenti agenzie di talenti di Hollywood. Un altro fratello, é un famoso oncologo. E' stato consigliere del senatore democratico Paul Simon e del sindaco di Chicago Richard M. Daley. Nel 1991, durante la prima Guerra del Golfo, è accorso in Israele come volontario civile. Nel 1991 Bill Clinton lo ha nominato Direttore delle Finanze della sua campagna elettorale. Conquistata la Casa Bianca era diventato consigliere di Clinton. Era stato lui il coreografo della firma nel 1993 nel giardino della Casa Bianca dell'accordo di Oslo tra israeliani e palestinesi.

    E' entrato nel clan di Obama attraverso l'amicizia comune con David Axelrod, stratega del presidente eletto. Emanuel, che ha perduto parte di un dito mentre lavorava ad un tritacarne da giovane, è un appassionato atleta di triathlons.

    "Il nostro uomo alla Casa Bianca": cosi' i media israeliani hanno accolto la decisione di
    Barack Obama di scegliere l'ebreo Rahm Emanuel come suo capo di gabinetto. Radio e giornali israeliani hanno dato particolare rilievo al luogo di nascita del padre di Emanuel e soprattutto
    alla sua appartenenza in passato a 'Irgun', un movimento ebraico clandestino e oltranazionalista che combattè le truppe britanniche prima della creazione nel 1948 dello Stato di Israele.

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    00 07/11/2008 09:12
    Obama, la forza della speranza
    Da: RaiNews.it

    Washington, Stati Uniti | 5 novembre 2008
    Obama, la forza della speranza
    Barack Obama
    Barack Obama

    Ha vinto la speranza. La parola magica che per due anni e' stata l'anima della campagna elettorale di Barack Obama ha trionfato martedi' in America spingendo a votare milioni di persone che non l'avevamo mai fatto prima e portando per la prima volta un candidato nero alla Casa Bianca. Per Barack Obama la "audacia della speranza" non e' stato solo il bel titolo di un suo libro o lo slogan che ha conquistato milioni di americani. E' stato anche un modo di vivere.

    Non c'e' stato discorso di Obama, in questa campagna elettorale infinita, che non abbia toccato questo tema. E non c'e' stata una sola volta in cui le sue parole, pronunciate abbassando all'improvviso la sua potente voce baritonale, riducendola ad un mormorio, non abbiamo messo i brividi agli ascoltatori. "Speranza e' quella cosa dentro ognuno di noi - aveva sussurato Obama nel suo discorso di vittoria in Iowa, ad una folla piombata nel silenzio assoluto, per non perdere una sola sillaba - che insiste nel credere, malgrado tutto sembri dimostrare il contrario, che qualcosa di migliore ci aspetta se abbiamo il coraggio di combattere per questo".

    E' esattamente quello che e' successo in questa campagna elettorale. Quella che alcuni ritenevano solo una frase retorica, "i bei discorsi" tanto sbeffeggiati dal suo rivale John McCain, si e' rivelato un progetto operativo messo a punto con la precisione di un intervento neuro-chirurgico. Lo "spacciatore di speranza", l'uomo convinto che "insieme persone ordinarie possono fare cose straordinarie", e' riuscito a far diventare realta' le sue parole. Il suo invito a "scegliere la speranza sulla paura", in un'America governata da un presidente pronto a calpestare numerose liberta' civili nel nome della guerra al terrorismo, si e' trasformato da esortazione evangelica a programma elettorale.

    Un programma senza barriere perche' ognuno ha potuto leggere a suo modo la parola "speranza". Se per gli afro-americani era la liberazione da catene antiche, prima materiali e poi sociali, per i poveri, per gli ispanici, per i giovani, lo stesso messaggio faceva scattare chiavi di lettura e reazioni positive diverse tutte volte comunque a mobilitare e a dare una voce a parti della popolazione americana che finora si era sentita esclusa dalla partecipazione al processo elettorale. "Speranza non e' ottimismo cieco, non e' sedere in panchina evitando la lotta": il messaggio di Obama ha trasformato le minoranze passive in una grande maggioranza attiva che ha trascinato il senatore nero, come una grande ondata irresistibile, verso la vittoria, verso la Casa Bianca, verso la Storia.

    A poche ore dalla sua elezione la prima nomina. Il deputato di Chicago Rahm Emanuel ha accettato il posto di chief of staff (capo di gabinetto) nella nuova amministrazione Obama. Lo annunciato nel pomeriggio la rete televisiva statunitense Cnbc.

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    00 14/11/2008 10:56
    USA: OBAMA PENSA A HILLARY PER DOPO-RICE, NBC
    Da: Ansa.it

    »
    2008-11-14 02:21
    USA: OBAMA PENSA A HILLARY PER DOPO-RICE, NBC
     WASHINGTON - Il Dream Team torna ad affacciarsi sulla scena politica americana, sia pure in una forma diversa rispetto alla campagna elettorale appena conclusa. Barack Obama potrebbe chiamare al proprio fianco l'ex avversaria Hillary Clinton, affidandole uno dei posti più importanti nella sua futura amministrazione: quello di segretario di Stato. La voce è stata diffusa dal network Nbc, che l'ha attribuita a due fonti dello staff del presidente eletto degli Stati Uniti, e ad avvalorarla è stata la segnalazione di un viaggio oggi dell'ex First Lady a Chicago, dove si trova il quartier generale di Obama (ma i collaboratori della senatrice hanno insistito che si trattava di un impegno privato). Secondo Andrea Mitchell, giornalista veterana della politica alla Nbc e ben introdotta a Washington (é tra l'altro la moglie dell'ex presidente della Fed Alan Greenspan), Obama avrebbe messo la Clinton in cima alla lista dei nomi dei possibili successori di Condoleezza Rice alla guida della diplomazia americana. Nella stessa lista, in questi giorni, sono stati inseriti un paio di altri pezzi da novanta, gli ex candidati presidenti democratici John Kerry e Bill Richardson. Non meglio precisati amici della Clinton si sono detti convinti che l'ex senatrice sarebbe interessata al posto di segretario di Stato. I portavoce dell'ex candidata alla nomination, sconfitta da Obama e diventata poi una sua fedele sostenitrice, si sono limitati a ribadire che le scelte toccano al presidente eletto. Quello della Clinton non è il solo nome importante circolato nel 'toto nomine' quotidiano che imperversa a Washington. Altri due personaggi menzionati come possibili scelte di Obama sono Caroline Kennedy, la figlia di Jfk, e l'ex vicepresidente e premio Nobel per la pace Al Gore. Gore sarebbe preso in considerazione per una nuova figura, quella di 'zar' del clima o dell'energia, che dovrebbe coordinare tutti i ministeri e le agenzie federali del settore. Il responsabile della transizione per conto di Obama, John Podesta, aveva ipotizzato una posizione del genere in un rapporto sul futuro energetico degli Usa redatto come presidente del centro studi progressista Center for Americana Progress. Secondo il Washington Times, però, Gore si sarebbe detto non interessato. La Kennedy, che ha fatto campagna per Obama e ha guidato la ricerca del vicepresidente ideale (conclusa con la scelta di Joe Biden), potrebbe ottenere il posto di ambasciatrice degli Usa alle Nazioni Unite. A ipotizzarlo è una mappa dettagliata delle candidature ai posti-chiave del governo redatta da lobbisti ben informati di Washington su cui ha messo le mani il Washington Post, che la pubblica sul proprio sito web
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    00 15/11/2008 09:13
    USA: OBAMA-HILLARY, PER IL DOPO RICE RISPUNTA DREAM TEAM
    Da: ANSA.it

    »
    2008-11-14 20:36
    USA: OBAMA-HILLARY, PER IL DOPO RICE RISPUNTA DREAM TEAM
     (di Marco Bardazzi)

    WASHINGTON - L'America, almeno quella di fede democratica, per tutta l'estate ha sognato di vederli insieme nel 'ticket' presidenziale. E' andata diversamente, ma il Dream Team Obama-Hillary alla fine potrebbe nascere davvero a Washington, diviso tra Casa Bianca e Foggy Bottom, la sede del Dipartimento di Stato. Un incontro A Chicago tra l'ex First Lady e il presidente eletto degli Stati Uniti ha catapultato la senatrice in vetta alla lista dei candidati a guidare la diplomazia americana. Sono state alcune fonti anonime dello staff di Obama, giovedì sera, a far girare il nome della Clinton come possibile successore di Condoleezza Rice, proprio nelle ore in cui l'ex avversaria di Obama per la nomination dei democratici era a Chicago a incontrare in segreto (o quasi) il successore di George W.Bush e il futuro capo dello staff presidenziale Rahm Emanuel. Nessuna conferma è arrivata dal presidente eletto o dalla senatrice riguardo i contenuti del colloquio. Ma l'ipotesi che Hillary divenga il volto dell'amministrazione Obama nel mondo, circolata peraltro alla vigilia dell'apertura del vertice del G20 a Washington, ha innescato di nuovo la frenesia mediatica che in estate aveva accompagnato le voci di una scelta della Clinton come vice di Obama (che non si è poi concretizzata: le è stato preferito Joe Biden). La senatrice ha eluso con ironia le domande, comparendo a un evento pubblico ad Albany, la capitale dello Stato di New York, dedicato al tema dei trasporti. "Sono molto felice che ci sia così tanta attenzione sui trasporti...", ha scherzato la Clinton con i giornalisti. "Nel caso invece che siate qui per qualche altra ragione, dico solo che non farò speculazioni né intendo affrontare alcun discorso sull'amministrazione del presidente eletto".

    La Clinton è salita al primo posto in una lista, quella dei candidati alla successione di Condoleezza Rice, che è ricca di nomi importanti. Prima che spuntasse l'ipotesi dell'ex First Lady, le chance maggiori venivano assegnate all'ex candidato presidente John Kerry, al governatore del New Mexico Bill Richardson (che da ispanico gode dell'appoggio dell'influente comunità dei 'latinos') e all'ex ambasciatore all'Onu Richard Holbrooke. Il ritorno in scena di Hillary aggiunge un ulteriore tocco a un trend in corso nella preparazione dell'amministrazione Obama: la ricostituzione del gruppo dei clintoniani a Washington. Secondo calcoli della rivista The Politico, tra membri dello staff della transizione e nomine vere e proprie, fino a ora il presidente eletto ha affidato incarichi a 47 persone, di cui 31 risultano aver avuto legami con l'amministrazione Clinton negli anni Novanta.

    Una realtà che gli stessi capi di Stato e di governo a Washington per il G20 possono toccare con mano questo fine settimana: Obama resterà a Chicago, lontano dalla capitale, ma a rappresentarlo ci sarà l'ex segretario di Stato Madeleine Albright, uno dei personaggi-chiave dell'era Clinton. Hillary a parte, nella Chicago ormai salita al rango di vice capitale d'America Obama lavora a pieno ritmo a mettere insieme la squadra, restando lontano dai riflettori almeno fino a domenica, quando la Cbs trasmetterà la prima intervista a lui e alla moglie Michelle dopo l'elezione. Nel toto nomine sale il nome di Jon Corzine, governatore del New Jersey, tra i candidati a uno dei posti più importanti e attesi nell'amministrazione, quello di ministro del Tesoro. Un qualche ruolo a sorpresa - ma difficilmente di governo - potrebbe toccare oltre alla Clinton a un altro ex avversario elettorale di Obama, il senatore repubblicano John McCain. Il presidente eletto lo ha invitato lunedì a Chicago, per parlare - ha detto una portavoce - della loro "convinzione condivisa che gli americani meritano un governo più efficace ed efficiente". Obama e McCain, anticipa lo staff del futuro presidente, "discuteranno come lavorare insieme per far avverare questo obiettivo".

    (marco.bardazzi@ansa.it)

    OBAMA INAUGURA MESSAGGIO PRESIDENZIALE VIA YOU TUBE

    Con la presidenza Obama gli americani riceveranno il tradizionale messaggio radiofonico del sabato non più soltanto via radio, come finora abituati dal presidente George W. Bush, ma anche via You Tube. Lo ha reso noto lo staff di Barack Obama, precisando che il presidente eletto registrerà oggi il suo primo messaggio: "sarà un messaggio non solo via radio - è detto nel comunicato - ma anche via video". Il video, della durata di 4 minuti, sarà quindi diffuso via You Tube attraverso il sito Change.gov, il sito internet allestito da Obama che resterà attivo per tutto il periodo della transizione, cioé fino al 20 gennaio 2009, quando il presidente eletto giurerà davanti al Congresso ed entrerà alla Casa Bianca.
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    00 15/11/2008 15:35
    Il Papa: servono politici cattolici coerenti
    Da: RaiNews24

    Roma | 15 novembre 2008
    Il Papa: servono politici cattolici coerenti
    Ratzinger
    Ratzinger

    Il Papa ha rilanciato la sua richiesta di formare una nuova generazione di politici cattolici, coerenti con la fede e a servizio del bene comune. "Ribadisco - ha detto ricevendo i partecipanti alla assemblea plenaria del Pontificio consiglio per i laici - la necessita' e l'urgenza della formazione evangelica e dell'accompagnamento pastorale di una nuova generazione di cattolici impegnati nella politica, che siano coerenti con la fede professata, che abbiano rigore morale, capacit… di giudizio culturale, competenza professionale e passione di servizio per il bene comune".

    Ai laici, ha ricordato Benedetto XVI, "spetta di farsi carico della testimonianza della carita' specialmente con i piu' poveri, sofferenti e bisognosi, come anche di assumere ogni impegno cristiano volto a costruire condizioni di sempre maggiore giustizia e pace nella convivenza umana, cos da aprire nuove frontiere al Vangelo". "Chiedo dunque - ha aggiunto - al Pontificio Consiglio per i Laici di seguire con diligente cura pastorale la formazione, la testimonianza e la collaborazione dei fedeli laici nelle pi- diverse situazioni in cui sono in gioco l'autentica qualita' umana della vita nella societa"'.

    Benedetto XVI ha voluto ribadire oggi "quanto la Chiesa riconosca, apprezzi e valorizzi la partecipazione delle donne alla sua missione di servizio alla diffusione del Vangelo". "L'uomo e la donna - ha ricordato nel discorso al Pontificio Consiglio per i laici - uguali in dignita', sono chiamati ad arricchirsi vicendevolmente in comunione e collaborazione, non solo nel matrimonio e nella famiglia, ma anche nella societa' in tutte le sue dimensioni".

     In particolare, ha aggiunto, "alle donne cristiane si richiedono consapevolezza e coraggio per affrontare compiti esigenti, per i quali tuttavia non manca loro il sostegno di una spiccata propensione alla santita', di una speciale acutezza nel discernimento delle correnti culturali del nostro tempo, e della particolare passione nella cura dell'umano che le caratterizza". Il ruolo delle donne nella Chiesa e nella societa' era stato esaltato venti anni fa da Giovanni Paolo II con la lettera apostoolica "Mulieris dignitatem" che Papa Ratzinger ha citato oggi esortando i cardinali, vescovi e sacerdoti ma anche i responsabili delle associazioni e movimenti laicali presenti all'incontro in Vaticano a trarne spunto per la loro azione.

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    zsbc08
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    00 16/11/2008 09:55
    Obama intervistato dalla Cbs: industria dell'auto e casa le mie priorita'
    Da: RaiNews24.it

    Washington | 16 novembre 2008
    Obama intervistato dalla Cbs: industria dell'auto e casa le mie priorita'
     Usa. Il presidente eletto Barak Obama
    Usa. Il presidente eletto Barak Obama

     Il salvataggio dell'industria automobilistica e il sostegno ai migliaia di americani alle prese
    con il pignoramento della casa acquistata con il mutuo salito alle stelle costituiscono i piu' impellenti problemi economici del Paese a cui il presidente eletto Barack Obama spera che l'attuale amministrazione Bush metta mano concretamente prima del suo
    insediamento alla Casa Bianca.

    Obama lo ha dichiarato in un'intervista concessa all'emittente televisiva americana Cbs che
    sara' trasmessa oggi, aggiungendo che in caso contrario, prendera' provvedimenti sulle due priorita' da lui delineate non appena diventera' presidente.

     "Un crollo dell'industria automobilistica costituirebbe un disastro nel contesto attuale", ha detto Obama. "Per questo sono convinto che dobbiamo aiutare il settore senza pero' firmare un
    assegno in bianco". Il prossimo presidente degli Stati Uniti ha detto di sperare che Casa Bianca e Congresso mettano a punto un piano - con la collaborazione di tutti gli attori del settore -
    che dia vita ad un'industria automobilistica sostenibile". "Questo non e' ancora accaduto", ha detto.

    Il presidente eletto ha poi auspicato un solido intervento a sostegno dei cittadini che rischiano di perdere la casa quando non l'hanno gia' persa per l'impossibilita' di pagare il mutuo.


    "Non ci siamo concentrati sui pignoramenti e su quello che stanno passando i cittadini che hanno contratto un mutuo per acquistare la casa quanto vorrei", ha detto Obama. "Dobbiamo aprire delle trattative con le banche che hanno elargito i mutui in modo tale che la gente non perda la casa. Questo avra' un impatto sull'intera economia del Paese".

     Obama ha quindi espresso apprezzamento per il lavoro del segretario al Tesoro Henry Paulson.
    "Paulson ha lavorato indefessamente e in circostanze difficili.  Credo che sara' il primo ad ammettere che probabilmente non tutto quello che e' stato fatto ha funzionato nel modo
    sperato", ha commentato Obama. "Da parte nostra abbiamo incaricato un membro del mio comitato di transizione ad interagire con lui giornalmente. E cosi' siamo regolarmente
    informati e in alcuni casi diamo suggerimenti su come affrontare alcuni di questi problemi", ha spiegato il presidente eletto.   "Vedremo se l'amministrazione ci sta ascoltando", ha esclamat

    [Modificato da zsbc08 16/11/2008 09:56]