00 07/11/2008 09:37
Missili russi a Kaliningrad. Le critiche di Nato e Ue


L'annuncio di Medvedev rischia di incrinare i rapporti con l'Occidente

Missili russi a Kaliningrad
Le critiche di Nato e Ue


Mosca, 6. Dure critiche all'annuncio del presidente russo, Dmitri Medvedev, di uno schieramento di missili russi nella regione di Kaliningrad (ex Koenigsberg), al confine con la Polonia. La Nato ha espresso "serie preoccupazioni" e l'Unione europea, attraverso il commissario per le Relazioni Esterne, Benita Ferrero-Waldner, ha sottolineato che il piano russo "non aumenterà la sicurezza in Europa".
Secondo un analista indipendente, Alexander Golts, il piano annunciato ieri da Medvedev nel corso del suo primo discorso alla nazione rischia di incrinare i rapporti tra Mosca e l'Occidente. "È la prima volta in vent'anni che Mosca lancia un'autentica minaccia militare all'Occidente", ha commentato Golts, sottolineando come ciò rappresenti "un definitivo e fondamentale cambio della situazione". L'annuncio del presidente Medvedev, a poche ore dall'elezione di Barack Obama alla Casa Bianca, ha ricevuto anche l'irritazione del ministero della Difesa della Repubblica Ceca che ha giudicato il piano "inopportuno".
Il capo del Cremlino aveva spiegato che una batteria di missili a corto raggio Iskander sarebbe stata piazzata nell'enclave di Kaliningrad, sul Baltico, e affiancata da dispositivi elettronici per creare interferenze in grado di ostacolare il funzionamento dello scudo antimissile che gli Stati Uniti hanno intenzione di realizzare in Polonia e nella Repubblica Ceca. Questa mossa di Mosca, si osserva al quartier generale della Nato a Bruxelles, non sarebbe conforme con gli accordi in materia di controllo degli armamenti.
Dal canto suo, la Germania ha definito "un segnale sbagliato" l'annuncio del presidente Medvedev sul dispiegamento di missili a corto raggio Iskander a Kaliningrad, enclave russa tra Polonia e Lituania. Parlando al termine di un incontro con il collega danese Per Stig Moeller, il ministro degli Esteri tedesco, Frank Walter Steinmeier, ha denunciato "la nuova mentalità dei blocchi". Si tratta di "un segnale sbagliato al momento sbagliato", ha detto il capo della diplomazia di Berlino, osservando la coincidenza temporale tra l'annuncio di Medvedev e l'elezione di Barack Obama a presidente degli Stati Uniti.
Il premier polacco, Donald Tusk, ha invece minimizzato la minaccia di Mosca. "Non vorrei attribuire troppa importanza a dichiarazioni di questo tipo", ha detto il primo ministro polacco sottolineando come "di tanto in tanto emergano piani da parte dei nostri vicini russi di dispiegare diversi missili in diversi luoghi".
Medvedev ha dunque mandato ieri un chiaro messaggio a Barack Obama:  la nuova Amministrazione statunitense dovrà tenere conto delle preoccupazioni della Russia. Davanti alle Camere riunite, il presidente russo ha rilanciato le accuse contro la politica "egoista" e "unilaterale" statunitense, ha ribadito che sul Caucaso Mosca "non torna indietro" e ha annunciato lo schieramento di una batteria di missili al confine con la Polonia.
Nonostante le non certo distensive parole del presidente russo, la Commissione Ue ha invitato gli Stati membri "a fissare ora" il prossimo round di negoziati tra Unione europea e Russia per l'accordo di partnership strategica, congelati dopo l'attacco armato russo alla Georgia. Il consiglio dei ministri degli Esteri di lunedì prossimo, che dovrà definire una posizione comune per il vertice tra Ue e Russia del 14 novembre a Nizza, rappresenta per l'Esecutivo europeo un'opportunità per raggiungere tra gli Stati membri "una posizione comune" sul proseguimento dei negoziati. "Questi negoziati dovrebbero continuare, innanzitutto perché questo consentirebbe alla Ue di perseguire i suoi propri interessi con la Russia, e in secondo luogo perché questo - afferma la Commissione europea - è il modo migliore di impegnarsi con la Russia sulla base di una posizione unita. Quando l'Ue parla con una sola voce, e agisce unita, la Russia ne prende nota e l'Europa è capace di influenzare il corso degli eventi".



(©L'Osservatore Romano - 7 novembre 2008)