00 08/11/2008 09:16
Un meeting promosso per esortare a stili di vita più sobri


Religiosi in India
a difesa dell'ambiente





di Alessandro Trentin

I cambiamenti climatici in atto nel pianeta e le preoccupanti ripercussioni sull'ambiente e la vita di miliardi di persone chiamano a un impegno di forte responsabilità per la tutela della natura, cui nessuno può chiamarsi estraneo, neppure i religiosi. È quanto emerso in occasione di un recente meeting promosso dalla Conference of Religious India (Cri) a Patna, capoluogo dello Stato federato di Bihar, cui hanno partecipato cinquanta delegati e specialisti provenienti da dodici regioni.
La Cri è l'associazione nazionale che raggruppa ottocentoventidue superiori e superiore generali in rappresentanza di trecentotrentaquattro congregazioni. Alle congregazioni appartengono più di centoventicinquemila religiosi e religiose.
Nel Paese asiatico, come nel resto del mondo, si fa sempre più preoccupante la situazione:  gli uragani, i terremoti o altri fenomeni estremi, come ad esempio la siccità, hanno assunto frequenza e dimensioni impreviste. Questi fenomeni, uniti ai danni perpetrati invece dall'uomo sull'ambiente, come l'inquinamento prodotto dall'intensa attività produttiva, "minacciano - hanno osservato i partecipanti al meeting - la stessa esistenza umana che si trova a un punto critico della storia".
Il segretario generale della Cri, fratel Mani Mekkunnel, ha riferito al nostro giornale "che tali preoccupazioni sono state espresse per iscritto in un documento che è stato distribuito a tutte le congregazioni per esortarle a porre in atto stili di vita coerenti con il rispetto dell'ambiente".
Il documento afferma che la "terra conta sulle necessarie azioni dell'uomo per fermare la minaccia". "O viviamo insieme o moriamo insieme - è crudemente sottolineato nel testo - perché gli esseri umani vivono in un mondo interdipendente".
Soprattutto, è stato ribadito, "il pianto della terra è anche il pianto dei poveri", in quanto la crisi ecologica ha reso le fasce deboli ancor più indigenti. Basti pensare, ricordano dalla Cri, che nella nazione un terzo della popolazione ha difficoltà di accesso alle risorse idriche a causa della siccità; e, in assenza di interventi, nell'arco di diciassette anni tale valore salirà a due terzi. La maggiore dipendenza dei poveri dalle risorse naturali li espone maggiormente, tra l'altro, ai disastri naturali.
Di fronte dunque a questo scenario, tutte le congregazioni sono chiamate a un impegno diretto, che passa anche attraverso l'adozione di piccole ma utili misure in attinenza a stili di vita più sobri:  ad esempio, la preferenza per l'uso di biciclette al posto dei mezzi di trasporto a motore; l'utilizzo di lampade elettriche a risparmio di energia; l'introduzione di sistemi solari per la produzione di elettricità (fotopannelli da installare sui tetti); la coltivazione della terra con sistemi biologici che offrano prodotti non contaminati.
Fratel Mekkunel spiega che "il documento offre esempi concreti di come si possa dare un contributo personale a migliorare la situazione". Ma non solo, l'azione delle congregazioni - è aggiunto - deve passare anche attraverso una maggiore educazione della popolazione ai valori ambientali. Si tratta in pratica di integrare l'ecologia nella missione della Chiesa al fine di servire soprattutto i poveri.
Nel servizio pastorale si dovrà perciò dare maggiore risalto alla sensibilizzazione della popolazione sul problema specifico. Nelle chiese e nelle parrocchie saranno formati dei gruppi che avranno il compito di educare, in particolare i tribali, a una maggiore cura del loro lavoro. Infatti, si evidenzia che nel tempo si è assistito a un progressivo aggravamento dell'inquinamento del suolo, dovuto all'ampio ricorso a pesticidi o ad altri prodotti chimici in agricoltura. In generale, poi le congregazioni inseriranno l'ecologia nei loro programmi di formazione e incoraggeranno i propri studenti a prendere ispirazione anche dal pensiero di Gandhi "per vivere in sintonia con la natura".



(©L'Osservatore Romano - 8 novembre 2008)