I temi che verranno portati alla riunione del G20 di Londra e poi del G8 di luglio alla Maddalena sono stati tracciati dai ministri del Lavoro degli otto paesi più industrializzati e da quelli di India, Cina Brasile, Messico, Sud Africa ed Egitto al
G8 Social Summit 2009 che si è svolto oggi a Roma.
"E' necessario ricostruire un circolo di fiducia senza dimenticare che disoccupazione e povertà sono una perdita di potenziale economico e umano" dice il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi che in questi giorni ha guidato a Roma i lavori dell'assise internazionale sul Lavoro che ha visto anche la partecipazione di organismi internazionali come l'Ocse, l'Ilo e il Fondo Monetario Internazionale. Il nuovo patto globale dovrà quindi avere come punto di riferimento le persone: e da qui promuovere l'occupazione, sostenere il reddito e le capacità professionali, puntando anche a migliorare i sistemi di protezione sociale come "motori di un circolo virtuoso di fiducia" e quindi della ripresa dell'economia e dell'occupazione.
Intanto a Londra, il padrone di casa, il premier britannico Gordon Brown, punta alto. Chiede unità mondiale contro il terremoto economico, e ripete la necessità di "riformare il sistema economico mondiale" per "riflettere valori globali". Il presidente francese Nicolas Sarkozy non lascia spazio alle incertezze: "Se a Londra non ci saranno risultati concreti, ci sarà una sedia vuota: mi alzerò e me ne andrò. Preferisco la rottura a un consenso fiacco", ha affermato il leader francese.
Anche il Papa fa sentire la sua voce e, in una lettera inviata a Brown, invoca uno sforzo congiunto "tra governi e organizzazioni internazionali" per uscire dalla "crisi globale", "evitando soluzioni segnate da nazionalismi e protezionismo".
Il premier britannico ha approfittato di un evento alla cattedrale di St. Paul, presente il primo ministro australiano Kevin Rudd, per affermare che "invece di una globalizzazione che minaccia di essere senza valori e senza regole, abbiamo bisogno di un mondo di regole globali condivise, fondate su valori globali condivisi". Tra questi elementi condivisi, Brown ha auspicato che ci siano regole internazionali per le "remunerazioni dei banchieri", che tanto scandalo e controversie hanno suscitato in tempo di recessione in GB e Stati Uniti. Per il premier il G20 di Londra sarà un successo solo se le nazioni che vi partecipano si impegneranno a lavorare insieme contro la crisi finanziaria mondiale. "Il mondo non si è unito in occasioni di precedenti recessioni, che per questo sono durate molto più a lungo - ha affermato - Credo ci sia determinazione da parte nostra ad agire, dal momento che affrontiamo gli stessi problemi.La cosa più importante è agire insieme, perchè se agiamo insieme ad altri paesi, l'effetto sarà doppio rispetto ad un'azione individuale del singolo paese".
Nella città le misure di sicurezza sono già imponenti, per il timore di attentati e per prevenire che frange violente si impadroniscano delle numerose manifestazioni in programma (domani quattro diverse marce convergeranno sulla Banca d'Inghilterra). Il premier ha detto che, pur comprendendo la rabbia e la frustrazione della gente verso la crisi, queste non possono trovare sfogo violento per le strade di Londra durante la riunione. "La maggior parte delle persone vuole far sentire la propria opinione in modo pacifico - ha avvertito - Ma nessuna violenza sarà tollerata, nè intimidazioni delle persone, e la polizia agirà molto rapidamente se ci saranno minacce alle persone o alle proprietà".
Intanto, prosegue senza sosta il lavoro degli 'sherpa' per giungere al testo del documento finale. Negli ambienti vicini al negoziato serpeggia una certa sfiducia, ma gli incontri proseguono; le anticipazioni di questi giorni parlano di un testo che enfatizza la priorità comune di far ripartire l'economia entro la fine del 2010, grazie alle misure dei singoli paesi e all'aumento delle risorse del Fondo Monetario Internazionale, con il secondo fine scongiurare che una crisi come quella attuale si ripeta. Quindi, un ribadito 'no' al protezionismo, e la necessità una riforma dei mercati e delle istituzioni in grado di gettare le basi "per un'economia mondiale aperta, controlli più efficaci ed istituzioni più forti". A cominciare dal Financial Stability Forum che sarà rafforzato e cambierà nome in Financial Stability Board, con l'ingresso dei rappresentanti dei 20 Grandi della Terra.