00 07/06/2009 22:21


Nel romanzo "Io sono una libellula ... anzi no, sono una zanzara ... una zanzara della malaria che avvelena il sangue (La vera storia di Mìkael Elkamì Rulìcef)" racconto che il Sacro Graal è il sangue di Adamo della Prima Umanità (quella creata da Dio) che non può essere contenuto nella Seconda Umanità (quella creata dall'uomo con il genoma umano)
Francesco Paolo Pinello


Da: RaiNews24.it
Benedetto XVI parla all'Angelus

Dio nel genoma

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"Dio non vive in una splendida solitudine, ma è piuttosto fonte inesauribile di vita che incessantemente si dona e si comunica". Benedetto XVI ha voluto ricordarlo oggi ai 50 mila fedeli presenti in piazza San Pietro per la preghiera dell'Angelus.

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"Dio non vive in una splendida solitudine"

Roma, 07-06-2009

"La prova piu' forte che siamo fatti ad immagine della Trinita' e' questa: solo l'amore ci rende felici, percé viviamo per amare ed essere amati". Benedetto XVI ha voluto sottolinearlo prima di intonare l'Angelus.
"Usando un'analogia suggerita dalla biologia, diremmo - ha aggiunto - che l'essere umano porta nel proprio 'genoma' la traccia profonda della Trinita', di Dio-Amore".

"Quest'oggi - ha rilevato il Pontefice - contempliamo la Santissima Trinità così come ce l'ha fatta conoscere Gesù: Egli ci ha rivelato che Dio è amore 'non nell'unità di una sola persona, ma nella Trinita' di una sola sostanza'; è Creatore e Padre misericordioso; é Figlio Unigenito, eterna Sapienza incarnata, morto e risorto per noi; e' Spirito Santo che tutto muove, cosmo e storia, verso la piena ricapitolazione finale".
"Tre Persone - ha concluso - che sono un solo Dio perché il Padre é amore, il Figlio é amore, lo Spirito é amore. Dio é tutto e solo amore, amore purissimo, infinito ed eterno". "Dio non vive in una splendida solitudine, ma è piuttosto fonte inesauribile di vita che incessantemente si dona e si comunica". Benedetto XVI ha voluto ricordarlo oggi - festa della Santissima Trinità - ai 50 mila fedeli presenti in piazza San Pietro per la preghiera dell'Angelus.

Che Dio non sia chiuso in se stesso, ha osservato il Pontefice, "lo possiamo in qualche misura intuire osservando sia il macro-universo: la nostra terra, i pianeti, le stelle, le galassie; sia il micro-universo: le cellule, gli atomi, le particelle elementari".

"In tutto ciò che esiste - ha affermato - è impresso il 'nome' della Santissima Trinità, perché tutto proviene dall'amore, tende all'amore, e si muove spinto dall'amore, naturalmente con gradi diversi di consapevolezza e di libertà".