Guttuso e Giambecchina, una idea di gemellaggio

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zsbc08
00martedì 31 marzo 2009 09:07

L'opinione

Riapre il Museo Guttuso a Bagheria. Perché non gemellare il Museo Gianbecchina di Gangi con il Museo Guttuso di Bagheria?

 Guttuso e Giambecchina, una idea di gemellaggio


Il Museo Guttuso di Bagheria riapre dopo dieci mesi di restyling. Non ospita soltanto opere del grande Maestro nato a Bagheria il 26 dicembre del 1911 e morto a Roma il 18 gennaio del 1987, ma anche sculture, fotografie (Guttuso amava la fotografia ed era anche fotografo) tra le quali quelle del bagherese Nino Bellia, disegni, libri d’artista, pitture del carretto e cartellonistica cinematografica. Bagheria, terra ricca di nutrimento a madre generosa, infatti, ha dato i natali anche al grande regista cinematografico, premio Oscar, Giuseppe Torna-tore. Il Museo è ospitato a Villa Cattolica, fatta co-struire nel 1736 da Fran-cesco Bonanno, principe di Cattolica e pretore di Palermo sulla via Con-solare, l'unica che da Palermo portava a Messina. “Villa Cattolica ha una caratteristica particolare: è l'unica villa settecentesca del territorio bagherese a possedere una 'stanza dello scirocco'. Si tratta di una stanza realizzata nel sottosuolo, a pochi metri dalla villa stessa, scavata nel tufo e utilizzata come rifugio durante le giornate in cui tirava il vento di scirocco. Le spoglie del maestro riposano all'interno dell'arca monumentale situata nel giardino dietro la villa, realizzata con marmi brasiliani celesti dallo scultore e amico di Guttuso, Giacomo Manzù. Il luogo in cui è stata collocata l'arca non è casuale, il pittore infatti,  prima di morire espresse il desiderio di essere sepolto in un posto da dove si potesse vedere il mare”. Di Gianbecchina Franco Grasso (compianto critico d’Arte) ha scritto: “Ventenne, con lo spirito d’avventura dei siciliani più intraprendenti, partì per Roma senza una lira e si iscrisse a quella Accademia di Belle Arti frequentandola dal ’34 al ’35 sotto la guida di Umberto Coromaldi. Fu lì che conobbe Pippo Rizzo il quale, apprezzando le sue qualità e vedendo le ristrettezze in cui viveva, lo indusse a concorrere ad una borsa di studio messa in palio dall’Accademia di Palermo: la vinse e poté continuare senza preoccupazioni. Era l’epoca del sodalizio tra Guttuso, Barbera, etc etc.”. E se attraverso un gemellaggio fra il Museo Gianbecchina e il Museo Guttuso si riuscisse a far rivivere “l’aria” e il ricordo di quel sodalizio? E se, attraverso “quell’aria” e quel ricordo, un Museo e un’Istituzione, insieme, riuscissero ad individuare un giovane futuro Gianbecchina o un giovane futuro Guttuso e, vedendolo nelle ristrettezze, ad aiutarlo a crescere nella sua arte “senza preoccupazioni”? E’ un’idea … sì … un’idea che è “nell’aria” … E perché no?
- 31 marzo 2009 -                                                                                                 Francesco Paolo Pinello 

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