Il distretto socio-sanitario non va in rete

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zsbc08
00giovedì 15 ottobre 2009 10:21

Per lo strumento di gestione dei servizi sociali territoriali, da poco approvato da nove comuni delle alte Madonie, emerse diverse criticità

Il distretto socio-sanitario non va in rete 

Il Distretto socio-sanitario di Petralia Sottana comprende i comuni di Alimena, Blufi, Bompietro, Castellana Sicula, Gangi, Geraci Siculo, Petralia Soprana, Petralia Sottana e Polizzi Generosa. Il Piano di Zona socio-sanitario è lo strumento per la gestione collettiva e territoriale dei servizi sociali nei nove comuni madoniti redatto, in base alle regole della governance e della democrazia partecipata dagli stessi cittadini-fornitori- utenti dei servizi sociali, dal distretto socio-sanitario. Durante la stesura del nuovo piano di zona, che è stato recentemente approvato dai nove comuni madoniti, sono emerse delle criticità che riguardano: la lentezza del processo d’integrazione socio-sanitaria; la scarsa diffusione della cultura di rete e della gestione unitaria e integrata dei servizi; il difficile decollo dei servizi innovativi e sperimentali (per esempio gli inserimenti socio-lavorativi per disabili, le UPI e cioè le Unità Polifunzionali Integrate) e la pervasività dei servizi tradizionali (il SAD e cioè il servizio assistenza domiciliare, il servizio civico); la forte e diffusa cultura del campanile che, accentuando le specificità dei singoli paesi madoniti, pone seri ostacoli al decollo della Città Distrettuale. Per aprire i sentieri fisici e mentali dell’integrazione, dell’innovazione, della rete, dello spazio modulare distrettuale, il piano di zona, accanto alle azioni finanziate per le singole aree (famiglia, disabili, minori, anziani, diversamente abili, dipendenze), ha progettato delle azioni di sistema ritenendo che il lavoro di scalfittura delle rocce socio-assistenziali, così sono state definite dagli stessi operatori sociali che hanno redatto il piano, deve passare attraverso un nuovo atteggiamento mentale e attraverso prassi operative capaci di declinare l’integrazione, l’innovazione e la rete nella quotidianità dei soggetti che abitano la città distrettuale. Queste, a giudizio degli  operatori del sistema socio-assistenziale territoriale, sono le direttrici individuate per perseguire gli obiettivi di sistema, alle quali destinare parte delle risorse finanziarie del bilancio del piano: percorsi di formazione congiunta per operatori sociali, operatori sanitari e del privato sociale per diffondere una cultura condivisa dei servizi alla persona; istituzione di uno sportello unico decentrato nei vari ‘rioni’ della città distrettuale per l’accesso ai servizi socio-sanitari; promuovere un concorso di idee per sviluppare una progettualità comprensoriale ispirata ai criteri dell’innovazione, dell’appropriatezza e dell’efficacia; implementare la rete dei servizi sociali professionali comunali.

- 13 ottobre 2009 -                                                                  Francesco Paolo Pinello

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