Madonie scrigno dei beni ecclesiastici

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zsbc08
00venerdì 11 settembre 2009 12:32

Un terzo di tutti i beni culturali della Chiesa di tutta la Sicilia si trova nei paesi della Diocesi di Cefalù

Madonie scrigno dei beni ecclesiastici

“Un terzo di tutti i beni culturali ecclesiastici di tutta la Sicilia si trova nei paesi della Diocesi di Cefalù, e molti paesi della Diocesi hanno hapax, e cioè opere che presentano notevoli innovazioni teologico-artistiche che compaiono per la prima volta, nel senso che prima di allora erano sconosciute all’arte sacra”. A dichiararlo è stato Monsignor Crispino Valenziano, Presidente della Consulta dei Beni Culturali Ecclesiastici della Diocesi di Cefalù, durante un incontro a Gangi su “La Parusia per il Giudizio Universale dello Zoppo di Gangi Giuseppe Salerno”. Monsignor Crispino Valenziano sta curando la pubblicazione di un volume sull’opera dello Zoppo di Gangi commissionato dal Comune.

       “In tutto il mondo”, ha continuato Monsignor Valenziano, “ i Gudizi Universali sono soltanto diciannove e tutti sono datati successivamente all’anno mille. Il fatto che io mi stia occupando per la seconda volta del Giudizio Universale dello Zoppo di Gangi è una coincidenza, e cioè una provvidenza. La prima volta, infatti, una decina di anni fa, quando gli amministratori del comune di Gangi mi hanno contattato per scrivere un libro sul Giudizio Universale dello Zoppo di Gangi io mi stavo occupando di un’opera ben più importante, a Roma, e cioè del rifacimento della Cappella Matilde in Vaticano e lo studio dell’opera dello Zoppo mi aiutò a trovare delle soluzioni che poi furono adottate nella Cappella Matilde. Di nuovo, quando sono stato contattato dall’amministrazione comunale di Gangi per scrivere un libro sulla Parusia, mi sto occupando di Giudizi Universali. Sembra una coincidenza, ma è una provvidenza”.  La cappella “Redemptoris Mater” , quella che fino al 1986 era chiamata Cappella Matilde, è una delle tre cappelle pontificie del Palazzo Apostolico, voluta da Giovanni Paolo II. Nel 1996 , il collegio cardinalizio realizzò il sogno di Papa Karol Wojtyla, offrendogli un dono in occasione del suo cinquantesimo anniversario di ordinazione sacerdotale. Il Santo Padre, a conclusione delle celebrazioni giubilari, affermò  di voler destinare quest’offerta ai lavori di ristrutturazione e decorazione della Cappella Redemptoris Mater,  luogo liturgico che si eleva a simbolo dell’unione tra Oriente e Occidente, realizzando così ciò che era un sogno attraverso un monumento d’Arte e di Fede.

     L’opera fu poi realizzata da due gesuiti: il moravo Tomas Spidlik e lo sloveno Marko Ivan Rupnik (stesso artefice della splendida facciata della Basilica del Rosario di Lourdes). Il Giudizio Universale dello Zoppo di Gangi è un hapax perché, per la prima volta in assoluto, ai lati della struttura iconografica centrale a forma di croce (la struttura iconografica del Giudizio Universale di Michelangelo è costituita dalle due tavole dei dieci comandamenti di Mosè) sono posti i vizi capitali, a sinistra, e le beatitudini, a destra. L’opera dello Zoppo di Gangi è diretta al popolo ed è l’espressione del popolo alla quale è destinata sin dalla sua origine. Essa è cioè radicata nella cultura gangitana e madonita. Altro particolare: la presenza di San Giuseppe dietro a Maria. Fino al primo Medioevo, le rappresentazioni di Giuseppe nell'arte figurativa sono estremamente rare e sporadiche. A partire dalla fine del secolo XV o dagli inizi del secolo XVI, il culto di Giuseppe iniziò a fiorire, promosso soprattutto da Teresa d'Avila e dall'ordine dei gesuiti, e il santo trovò così accesso nell'arte figurativa.

     - 11 settembre 2009 -                                                                 Francesco Paolo Pinello  

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