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Rossana Di Fazio dalla redazione di Golem l'Indispensabile, diretto da Umberto Eco

Ultimo Aggiornamento: 01/10/2008 17:18
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06/09/2008 10:36

Rossana Di Fazio mi ha segnalato questo articolo che io adesso segnalo a voi
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remo bassini
Appunti » Blog Archive » Le bocciature a Primo Levi

magazine.enel.it/golem/Puntata4/articolo.asp? id=193&num=4&sez=63&tipo=&mpp=&ed=&as= lo ha scritto Umberto Eco nel 2001, sei anni fa. ...
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mo bassini
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Le bocciature a Primo Levi
Hai un manoscritto. E non sai dove sbattere la testa, perché ti dicono che no, non è pubblicabile.
Va bene tutto, allora, pur di vedere “vivere” quelle parole, che sono persone, storie di vita e di morte in un lager.
Non sono storie. Sono Storie.
E vuoi che vivano, tu, anche se sei un mite. Un insicuro?
«Non è mia intenzione dire che per scrivere un libro bisogna essere un “non scrittore”, ma semplicemente che io sono approdato a questa qualifica senza sceglierla. Io sono un chimico. Sono approdato alla qualifica di scrittore perché, catturato come partigiano, sono finto in un lager, come ebreo».
Sembrano, queste, le parole di uno che si sente un intruso. Pare voler dire, Primo Levi, scusate il disturbo, scusate se con Pavese e Fenoglio e Calvino e la Ginzburg ci sono anche io tra gli scaffali delle librerie, e nei cataloghi della casa editrice Einaudi.
Già, l’Einaudi. Che bocciò, impietosamente (la bocciatura di un manoscritto, seppur motivata, è sempre impietosa se vista con gli occhi dell’autore: si pensi a Morselli, oggi pubblicato da Adelphi, bocciato da Calvino), siamo nel 1947, «Se questo è un uomo».
Fu Natalia Ginzburg, è risaputo, a dire no al manoscritto. Eppure Natalia Ginzburg e Primo Levi, entrambi torinesi, entrambi ebrei, di sicuro si conoscevano (lo testimonia una celebre intervista di Philiph Rot, sulla New York Times Book Review nel 1986, a Levi che cita la Ginzuburg, come scrittrice, moglie di un suo caro amico).
Del resto Primo Levi non era certo una figura di spicco tra gli intellettuali torinesi.
Certo, era ebreo come tanti intellettuali legati ad Einaudi; ma era anche un chimico, che a scuola non si era affatto distinto (tanto da essere rimandato, e proprio in Italiano).
Ma non fu solo la Ginzburg a bocciare un manoscritto di Primo Levi. Nel 1986 anche Gallimard, lui l’editore in persona, disse di no alla traduzione in francese del libro «I sommersi e i salvati».
Era stato lo scrittore Ferdinando Camon, che era amico di Levi e che da Levi, dopo il suicidio, ricevette una lettera (Un inno alla vita, ricorda) a suggerire a Gallimard la lettura dei “I sommersi e i salvati”. Gallimard, ricorda Camon, dava in lettura libri e manoscritti a tre consulenti, che poi, un po’ come a scuola, davano un voto: da 1 a 3. Se il libro otteneva tre 3, veniva pubblicato. Se otteneva due 2, era bocciato. Se otteneva due 3 e un 2, decideva Gallimard, in persona. Non si sa che voti prese Primo Levi, non lo sa nemmeno Camon che scrive «Con mia enorme sorpresa, il libro di Levi, il suo capolavoro assoluto: “I sommersi e i salvati”, non era passato».
Primo Levi, di questa stroncatura, non seppe nulla: perché nel frattempo si era tolto la vita.
Camon si spinge oltre, oltre il racconto. E cerca una spiegazione a queste illustri bocciature. Dice che c’è un perché: «La risposta che mi viene è che c’è troppo in quelle opere».
Ma torniamo al 1947. Levi, reduce da Auschwitz, ha ricevuto il primo no da Einaudi.
La storia a questo punto è nota: «Se questo è un uomo» viene pubblicato dalla casa editrice De Silva, di Torino, ne vengono stampate 2500 copie, il venduto, forse anche grazie a una recensione di Calvino su L’Unità, è di 1500. E 11 anni dopo, nel 1958, Einaudi ci ripensa.
In realtà, prima ancora che il libro fosse dato alle stampe dalla De Silva, ora defunta, Levi consegnò il manoscritto a un suo caro amico, un ebreo comunista trasferitosi a Vercelli, Silvio Ortona, che pubblicò - lui per primo - «Se questo è un uomo» su un settimanale locale, L’Amico del Popolo, organo della Federazione comunista vercellese.
Il merito di questa scoperta è di due storici vercellesi: Bruno Ferrarotti e Franco Crosio. Sono loro che sfogliando le vecchie raccolte dell’Amico del Popolo si sono imbattutti prima in un poesia di Levi, che compare nel marzo del 1946 (Piedi piagati e terra maledetta/ lunga la schiera dei grigi mattini/ Fuma la Buna dai mille camini…) e poi, il 29 marzo 1947, nel primo capitolo di «Se questo è un uomo» che, però, Levi aveva titolato in altro modo: «Sul fondo». Sull’Amico del Popolo, per gentile concessione dell’autore, comparvero i primi cinque capitoli. Poi De Silva - un piccolo editore di allora: la storia si ripete insomma - vide in quel manoscritto quel che Einaudi non aveva visto. Succede, si sa.
Ma i primi veri editori di «Se questo è un uomo» erano stati i comunisti vercellesi.
I primi lettori dei celebri versi di Levi, impaginati in un riquadro, furono quindi operai e soprattutto mondine.
Accanto ai comunicati della Canera del Lavoro, all’elenco di scioperi e assemblee, un mattino - è il 31 maggio del 1947 - lessero:
Voi che siete sicuri/ nelle vostre tiepide case/ voi che trovate a sera/ il cibo caldo e visi amici:/ considerate se questo è un uomo….
rb
su Stilos
Questo articolo è stato pubblicato Mercoledì, 30 Maggio 2007 alle 15:02 e classificato in Senza Categoria. Puoi seguire i commenti a questo articolo tramite il feed RSS 2.0. Puoi inviare un commento, o fare un trackback dal tuo sito.
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Rossana Di Fazio

Ritratti di virtù

:: Sosi BarattaRaccolti e stampati in una nuova e riveduta edizione i ’Ritratti di virtù’ di Isa Melli, comparsi on line sulla rivista “Golem l’Indispensabile”, nei due anni tra il 2001 e il 2003.Erano “racconti mensili” i Ritratti di virtù di Isa Melli, comparsi on line sulla rivista “Golem l’Indispensabile”, nei due anni tra il 2001 e il 2003. Nel luglio del 2005 sono stati raccolti e stampati in una nuova e riveduta edizione - con la postfazione di Carlo Bertelli e la cura di Rossana Di Fazio - nella collana “Saggi e Indispensabili”, gli e-book di Motta on line, società del Gruppo Editoriale Motta. Oggi si possono acquistare presso la casa editrice stessa, rivolgendosi al sito www.golemindispensabile.it.Sul retro di copertina una ricetta, fra le tante di cui Isa Melli è esperta, recita: “Per fare un ritratto di virtù: procurarsi un registratore, recarsi nelle case di amici e conoscenti (non allontanarsi troppo!), conversare per tutto il tempo necessario. Tornare a casa propria, lavorare a lungo le parole trascrivendo le più utili. Riordinare, rifinire ancora e ancora fino a che la virtù si delinei chiara e suggerisca, insieme al proprio nome, una figura. Allineare infine i ritratti in questo piccolo Teatro delle Quotidiane Imprese, nelle quali ci si rispecchierà con profitto e piacere (fidatevi)”.E noi leggiamo ventidue conversazioni (più una) a persone tra loro diversissime, presentate con nomi e cognomi, in contraddizione - dice la stessa Isa, che a sè dunque rivendica la virtù del coraggio - con la sua presenza stilistica, con la sua intenzione di fare letteratura. Perché, va subito detto, non lavora come chi, facendo ricerca, ripropone con scrupolo documentario le sue fonti orali, persegue piuttosto il “letterario”, rimontando le parole stesse con il gusto della semplicità e insieme con un piacere del “ben fatto” che rimanda al piacere femminile della tavola ben apparecchiata. Senza correre il rischio che le virtù perdano la loro forza originale, l’autenticità che, alla fine, è la valenza etica che ci stupisce e ci coinvolge in questo bouquet di autonarrazioni.Una sorta di minipaese degli affetti, il teatro senza pennacchi delle “quotidiane imprese”, dove l’interesse è rivolto a un ‘saper fare’ che si dispiega in un largo e curioso ventaglio di attività: operai, professionisti, casalinghe, allevatori, cacciatori, imprenditrici, intellettuali e... un parroco. Interessata alle fonti orali a partire dal suo giovanile lavoro di etnografa a fianco dell’etnomusicologo Pietro Sassu, a cui il libro è dedicato, Isa Melli - che oggi insegna Letteratura poetica e drammatica al Conservatorio di Mantova - ha “già pubblicato raccolte di biografie e studi tra etnografia e storia”. Qui mette in scena racconti di casa, con quel gusto della colloquialità armoniosa che non si manifesta solo nella ricostruzione formale degli spezzoni autobiografici, ma nel loro inserimento, anche, in un contesto di ‘offerta’: ben metaforizzata nell’immagine che occupa fronte e retro di copertina - un mazzo primaverile di fiori, ricamati da mano femminile, su uno sfondo di cielo -, in cui si abbreviano altre due virtù, la ben nota ospitalità domestica dell’autrice e la sua generosità intellettuale.Isa Melli “conversando” ascolta - attenta anche al “colore della voce” - con l’attenzione di chi sa prendersi cura, come le donne; ascolta le persone che l’hanno affascinata non per l’altezza delle imprese (ma di ‘imprese’ pur sempre si tratta), quanto per la semplicità appassionata dei gesti quotidiani, per la sapienza con cui sanno fare le cose. Ed è curioso che ‘sapienza’ sia la virtù che l’autrice attribuisce all’amico cuoco, giocando sull’etimologia e dunque sulla più generalizzabile metafora del ‘dar sapore’, là dove si combinino esperienza e disinteressato piacere. La vecchia passione della ricerca, che anima ogni lavoro di Isa, diventa passione dell’altro: che racconta la sua, di passione, e che nel raccontarla - come nel leggerla riraccontata - ritrova se stesso, si riconosce: pur nella formalizzazione linguistica che non è sua e che dà andatura stilistica organica a tutta la raccolta.Perchè queste virtù sono appunto passioni: e “si può curare solo una passione nella vita e deve essere ai massimi livelli”, sostiene il cacciatore, in una delle imprese che mi sono piaciute di più, Furore: inedita virtù che dice bene della sua natura appassionata, del suo valore gioioso e terragno. Queste virtù rifiutano le classificazioni eroiche, sono feriali e nascoste, riconosciute come qualità solo a posteriori, sentite talvolta solo come “fortuna”; e le colte illustrazioni che le esemplificano costituiscono una mediazione ‘nobilitante’ un po’ ironica “tra la quotidianità del fare e l’altezza della virtù”, come ha sottolineato Rossana Di Fazio che ha scelto con intelligente eleganza l’apparato iconografico. Perché questi sono racconti ‘di tutti i giorni’, si inscrivono in un mondo di piccole dimensioni, quello dove “si sanno fare le cose”, e che qui si esprime in una sorta di controcanto alla vita troppo spesso insipiente.Nel paesaggio domestico si accampano l’attenzione, la competenza, la compiutezza, la dedizione, la disponibilità, l’equanimità, la fedeltà, la misura, la gentilezza, l’onestà, la responsabilità e l’operosità, la sollecitudine e la temperanza, la sapienza e la perseveranza; accanto ad alcune condizioni - dovizia, dimestichezza, coralità, necessità - o attività come la ricerca, che le virtù sollecitano.Per una sorta di affettuoso contrappasso, la ventitreesima conversazione, che va sotto il titolo di “Riconoscenza” e porta non a caso l’emblema dell’Angelo che offre una rosa, ha la stessa autrice come protagonista. E sono parole tutte da leggere, le sue, in chiave anche di saporosa concretezza femminile, con quella definizione di sè “un po’ ape e un po’ tessitrice: vai, prendi e torni indietro; scorri di nuovo e prendi e torni indietro...”; con quel lavoro di “cucire e scucire” che ‘sa fare’ sulle registrazioni. E se non ha tutti gli “ingredienti” pronti non comincia. Lei che non ha “mai sopportato le Lamentazioni dell’Interiorità”, perché cerca “fuori, nell’aria, negli altri”, vecchi amici e nuove conoscenze. Dei quali cerca gli “aspetti forti”, ma della forza che interessa a lei, che si esprime nel quotidiano attendere alla vita. Di qui “l’ubiquità tematica” che le è cara e che nella pluralità delle voci rimanda anche - dice Isa, con un senso del sociale che mi pare anch’esso femminile - ai momenti della nostra storia. Come quando, sotto le parole dell’allevatore così attento a scongiurare l’infausto della genetica, sente adombrato, per contrasto, il contemporaneo strazio della mucca pazza.Nei suoi interlocutori lei cerca le tracce concrete della vita, cerca corpi “col loro modo di fare le cose”, i corpi e i sentimenti di chi costituisce la comunità. Delle cui “piccole realtà” Isa Melli - che le mette in campo attraverso la pratica della relazione e lo specifico della sua professionalità - ha un sentimento forte.La lettura di queste conversazioni andrebbe, a mio avviso, seguita secondo un ritmo cadenzato come era quello della rubrica di Golem, con un respiro pausato, insomma: perché i Ritratti hanno bisogno di spazio intorno a sè, se si vuole coglierne la peculiarità, al di là di una messa in forma che esclude l’invenzione (perché le frasi “non possono essere che quelle, se nascono dal tuo mestiere, dalla tua attività, dalla tua passione”), ma che prevede sia Isa Melli a “decidere cosa accade tra le parole”, a “cercare da dentro”. Così l’autrice ci offre una lettura intrigante, a suo modo di nicchia, che risponde sia alla sua esigenza di una personale, ben strutturata fluidità narrativa, sia all’immediatezza fiduciosa del parlato di chi si racconta.Avevo letto, in un articolo di Luigi Meneghello su “Il Sole - 24 ore” dell’ottobre scorso: “Come è autorevole, perspicua, dirompente l’arte (e così la scienza) basata sul fare. E lo sanno, sarebbe il caso di dire, le ‘donnette’”.
E “cara grazia”, le donnette: come le due dell’emblema della Dimestichezza - tratto da “La città delle donne”, il codice miniato quattrocentesco di Christin de Pisan - che costruiscono le mura di una città.
1.                         Il Paese delle donne on line - Ritratti di virtùNel luglio del 2005 sono stati raccolti e stampati in una nuova e riveduta edizione - con la postfazione di Carlo Bertelli e la cura di Rossana Di Fazio ...
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Rossana DI Fazio e Golem L'Indispensabile
Golem L’Indispensabile a cura di Motta On Line s.r.l.
società del Gruppo Editoriale Motta
 comitato direttivo:
Gherardo Colombo, Carlo Bertelli, Umberto Eco, Renato Mannheimer, Danco Singer
direttore responsabile:
Danco Singer
coordinamento generale:
Margherita Marcheselli
redazione:
Rossana Di Fazio, Stefania Bonini
 coordinamento tecnico:
Silvio Marzotto
programmazione:
Diego Malatesta
grafica:
Piero Niccolai
Hanno scritto per “Golem”
(in corsivo chi si è fatto intervistare)
Massimo Acanfora, Felice Accame, Francesca Acerboni, Mario Agostinelli, Angelo Agostini, Paolo Albani, Alba Alessi, Khaled Fouad Allam, Ugo Amaldi, Cinzia Antonioli, Renzo Arbore, Bruno Arcari, Cristina Artoni, Giovanni Bachelet, Massimiliano Badino, Osvaldo Bagnoli, Massimo Baistrocchi, Lara Balestrini, Nanni Balestrini, Elena Balzani, Daniele Barbieri, Alessandro Baricco, Riccardo Barile, Paolo Rossi Barnard, Stefano Bartezzaghi, Roberta Bartoletti, Federico Batini, Enrico Bellone, Marco Belpoliti, Paolo Benvenuti, Vittorio Beonio Brocchieri, Stefano Bernuzzi, Carlo Bertelli, Giovanna Bertelli, Anna Berti, Marco Bertotto, Clo Betancourt, Maurizio Bettini, Augusto Bianchi, David Bidussa, Giovanni Biondi, Valeria Bisignano, Aldo Bisso, Giulio Blasi, Stefano Boco, Riccardo Bocca, Carlo Boccadoro, Giuliano Boccali, Laura Boella, Mario Boffi, Laura Boldrini, Giovanni Bollea, Margherita Bologna, Franco Bomprezzi, Luca Bonafé, Luigi Bonanate, Stefania Bonini (Miyaki Nitari, Maria Frais, Bice Baronti), Gianfranco Bonola, Fabrizio Bònoli, Giancarlo Bosetti, Giuliano Bovo (Emilio Gauna), Salvatore Bragantini, Rosi Braidotti, Mario Valentino Bramè, Stefania Brandinelli, Cecilia Braslavsky, Barbara Brighetti, Sergio Briguglio, Daniele Brolli, Giuseppe Bronzini, Massimiano Bucchi, Elena Buccoliero, François Buchi, Raimondo Bultrini, Virgilio Caivano, Mario Calabresi, Antonio Calabrò, Antonio Calbi, Dafne Calgaro, Loris Calgaro, Maurizia Calusio, Silvano Calzini, Valerio Calzolaio, Silvia Capocchia, Alberto Cappi, Lucio Caracciolo, Maria Teresa Caracciolo (Cosma Crispi), Gabriella Caramore, Raffaele Carcano, Franco Cardini, Eddy Carli, Giorgio Casadio, Primo Casalini, Roberto Casati, Roberto Caselli, Elisa Castelli, Alessio Yuri Cattaneo, Stefano Cavazza, Fabio Ceccarelli, Filippo Ceccarelli, Maurizio Cecconi, Elisa Cecchi, Alberto Cei, Ascanio Celestini, Alessandro Cellerino, Giovanni Cesareo, Matteo Ceschi, Giuliana Chiaretti, Maurizio Chierici, Giulietto Chiesa, Filippo Ciccone, Stefano Cingolani, Mario Cingoli, Salvatore Ciriacono, Alfonso Claro, Giancarla Codrignani, Anna Colnaghi, Maurizio Colantoni, Matteo Collura, Furio Colombo, Gherardo Colombo, Corrado Colorno, Laura Collura, Bianca Consiglio, Massimo Coppola, Gilberto Corbellini, Guido Cornara, Giovanna Cosenza, Maurizio Costanzo, Rocco Cotroneo, Sylvie Coyaud, Benedetta Craveri, Silvia Cristin, Filippo Crivellaro, Daniela Dalla, Mario Deaglio, Carlo De Benedetti, Gloria De Antoni e Oreste De Fornari, Piero De Chiara, Umberto De Maria, Cristina Demaria, Monica Dematté, Gualtiero De Marinis, Maria De Pasqual, Giuseppe De Rita, Chiara De Servi, Maurizio Di Bartolo, Rossana Di Fazio (Rossella Vita, Amelia Cidro), Giusi Di Gangi, Umberto Di Maria, Anteo Di Napoli, Silvia Di Pietro, Riccardo Di Segni, Mario Di Sora, Paola Di Stefano, Francesca Dolci, Donatella Dolcini, Ida Dominijanni, Silvia Donati, Carlo Donolo, Lila Downs, Stefano Eco, Umberto Eco, Federico Enriques, Giacinto Facchetti, Antonio Faeti, Saverio Falcone, Marco Fanfani, Ugo Faralli, Giuseppe Fariselli, Giuseppe Ferrari, Arnaldo Ferrari Nasi, Marco Ferri, Cristiana Fiamingo, Claudio Fiocchi, Domenico Fiormonte, Enrico Finzi, Alberto Flores d’Arcais, Anna Foa, Vittorio Foa, Anna Folli, Roberto Folli, Enrico Fornaroli, Antonio Franchini, Silvia Frattini, Laura Freri, Marcello Frixione, Paolo Fulci, Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri, Mbacke Gadji, Annalisa Galardi, Lucilla Galeazzi, Claudio Gallazzi, Giorgio Galli, Michela Gallio, Annamaria Gallone, Gigi Garanzini e Umberto Nigri, Iris Gavazzi, Massimo Ghirelli, Renato Giannetti, Guido Giarelli, Elisabetta Gigante, Carlo Giorgi, Maurizio Giuffredi, Elisa Giunchi, Chiara Giustini, Paola Golzi, Patrizio Gonnella, Chiara Gorla, Claudio Gorlier, Grazia Gotti, Gianni Granata, Maria Grazia Grassini, Aldo Grasso, Ugo Gregoretti, Vittorio Gregotti, Giovanna Grignaffini, Sergio Grisanti, Serena Groppo, Elena Guaglianone, Carlo Gubitosa, Angelo Guglielmi, Agostino Guizzetti (Agostino Gardoni), Renata Guizzetti (Maya Dombrosa, Gustavo Patanegra), Giovanna Gulli, Roald Hoffmann, Luigi Iavarone, Raffaele Ibba, Antonio Ingroia, Enzo Jorfida, Ryzsard Kapuscinski, Kossi Komla-Ebri, Nicola Labanca, Davide Lamma, Nereo Landini, Pierluigi Lanfranchi, Oliviero La Stella, Giuseppe Laterza, Brigitte Le Gouez, Betty Leone, Cinzia Leone, Massimo Leone, Gad Lerner, Roberto Leydi, Ignazio Licata, Luciana Littizzetto, Annalisa Lombardi, Gabriele Lolli, Dino Lorimer, Marcello Lorrai, Patrizia Lotito, Zouhir Louassini, Romano Màdera, Laura Maggioni, Sandro Magister, Carla Maldonado, Claudia Mancina, Michele Mancino, Luigi Manconi, Luigi Manfredi ed Enrico Rizzi, Renato Mannheimer, Luigi Mara, Roberto Maragliano, Margherita Marcheselli, Giovanna Marini, Simone Marques, Luigi Marra, Michele Marsonet, Michele Martelli, Antonio Martino, Guido Martinotti, Anna Masera, Carlo Massarini, Andrea Masullo, Gabriele Mastellarini, Paolo Martini e Ada Pagliarulo, Daniel Maurel, Bruno Mazzara, David Meghnagi, Lea Melandri, Isa Melli, Silvia Melloni, Letizia Mencarini, Alda Merini, Giancarlo Meschi, Tommaso Merlo, Raffaele Milani, Gianni Minà, Marina Mizzau, Luca Mocarelli, Elena Montecchi, Diego Mormorio, Olivier Morro, Raul Mordenti, Enrico Morteo, Giuseppe Mosconi, Elisa Munoz, Gianni Mura, Paolo Murialdi, Giampaolo Musumeci, Umberto Musumeci, Luigi Narducci, Paolo Naso, Salvatore Natoli, Liana Nissim, Riccardo Noury, Carlo Oliva, Gianfranco Ortolani, Peppino Ortoleva, Moni Ovadia, Simona Ovadia, Giovanni Padula, Mario Pagliaro, Paolo Palazzi, Mauro Palma, Roberto Palmieri, Guido Panico, Sandro Parenzo, Domenico Parisi, Vittorio Emanuele Parsi, Leonardo Pasquinelli, Enrico Pedemonte, Pierluigi Pellini, Alessandro Penati, Adriana Perrotta Rabissi, Angelo Persiani, Franca Pezzoni e Giacinto Buscaglia, Ruggero Pierantoni, Elserino Piol, Emanuele Pirella, Ugo Pirro, Valentina Pisanty, Anna Pizzo, Ippolito Pizzetti, Bruno Pizzul, Paolo Pobbiati, Ranieri Polese, Paolo Poli, Massimo Polidoro, Oliviero Ponte di Pino, Alessandro Portelli, Maria Pia Pozzato, Matteo Primus, "Franz" Purpura, Assunto Quadrio, Silvio Raffo, Guglielmo Ragozzino, Francesco Ranci, Manuela Ravaglioli, Gianfranco Ravasi, Franco Recanatesi, Carlo Alberto Redi, Pietro Redondi, Vincenzo Restagno, Roberta Ribali, Pier Paolo Rinaldi, Gianni Riotta, Guia Risari, Silvana Rizzi, Guido Ruzzier, Carlo Rognoni, Giuseppe Roma, Sergio Romano, Massimiliano Rosolino, Fiorenzo Rossi, Gianni Rossi Barilli, Maria Grazia Ruggiano, Paolo Rumiz, Giuni Russo, Marco Sabatini, Francesca Sala, Mariella Sala, Corso Salani, Andrea Sangiovanni, Claudio Salsi, Paolo Sannella, Adriano Sansa, Piero Sansonetti, Giulio Sapelli, Renato Sarti, Enrico Sassoon, Pietro Sassu, Giancarlo Scarpari, Antonio Scarponi, Viola Schiaffonati, Aldo Schiavone, Mario Scognamiglio, Carlo Scognamiglio Pasini, Daniele Segre, Marco Senaldi, Alessandro Serra, Sara Sesti, Beppe Severgnini, Vittorio Sgarbi, Annarita Sidoti, Francesco Siliato, Stefano Silvestri, Raffaele Simone, Danco Singer, Sabina Siniscalchi, Marco Sioli, Gianni Sofri, Armando Spataro, Alba Spatti (Alba Alessi), Maria Luisa Spaziani, Carla Stampa, Domenico Starnone, Corrado Stajano, Gino Strada, Renato Sarti, Chiara Stefani, Marco Strano, Paolo Sylos Labini, Anna Maria Tagliavini, Maria Letizia Tanturri, Aligi Taschera, Giuseppe Tavella, Franco Tempesta, Fabrizio Tenna, Maria Adele Teodori, Annamaria Testa, Bruno Tognolini, Stefano Tomassini, Maria Gigliola Toniollo, Edoardo Tortarolo, Jean-Léonard Touadi, Mario Tozzi, Nicola Tranfaglia, Marco Travaglio, Cinzia Tromba, Giuseppe Turani, Giuliano Turone, Giampaolo Urso, Franca Valeri, Barbara Valmorin, Paolo Verri, Giambattista Vicari, Carlo Violo, Jade Vlietstra, Ugo Volli, Paolo Volpini, Abraham B. Yehoshua, Claudia Winkler, Aliza Wong, Maria Irmrgard Wuehl, Caterina Zaina, Anna Zanoli, Maurizio Zarini, Adriana Zarri, Alessandro Zijno, Paolo Zunino.1.                         Golem L'indispensabileRossana Di Fazio, Stefania Bonini. coordinamento tecnico: Silvio Marzotto. programmazione: Diego Malatesta. grafica: Piero Niccolai ...
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