00 22/10/2008 10:40
La Cyberguerra
Da: RaiNews24.it Roma | 8 dicembre 2008
Esperti Usa: "La guerra agli hacker è una priorità, si nomini un responsabile della cyber-sicurezza"
Barack Obama
Barack Obama

La guerra alle intrusioni degli hacker deve essere una priorità per il prossimo presidente degli Stati Uniti. Ne è convinto un gruppo di esperti americani che hanno consigliato a Barack Obama di creare alla Casa Bianca un ufficio apposito, guidato da un responsabile nazionale per la "cyber-sicurezza".

Nel rapporto stilato dal Centro per gli studi strategici e internazionali (dal titolo 'Securing cyberspace for the 44th presidency'), si mettono in luce tutti i pericoli che possono arrivare dalla rete, sia che essi provengano dai servizi di intelligence e militari stranieri e sia da gruppi criminali.

"Questa battaglia potrebbe arrecare gravi danni all'economia, alla sicurezza nazionale, se non risponderemo in maniera vigorosa", raccomanda la Commissione (formata da funzionari governativi ed esperti di cyberspazio).

Per questo, si continua, "soltanto una comprensiva strategia di sicurezza nazionale, che comprenda sia gli aspetti nazionali sia internazionali della cybersicurezza, potra' migliorare la situazione".



Londra | 11 dicembre 2008
"E mercoledì Gordon salvò il mondo". Stampa inglese scatenata sull'ultima gaffe del premier Brown


Non è stata una gaffe quella di Brown: diciamo pure che è soltanto una piccola parte della verità sulla "Terza Guerra Mondiale Invisibile". Vedrete che le rivelazioni e i "lapsus", volontari o involontari, somministrati a piccole dosi continueranno  (Francesco Paolo Pinello). 
Gordon Brown
Gordon Brown

"E mercoledi' Gordon salvò il mondo", titola in prima pagina il Guardian ironizzando sulla gaffe fatta ieri in Parlamento dal premier britannico Gordon Brown, che presentava il suo piano contro la crisi economica e finanziaria.

Parlando alla Camera dei comuni Brown si è lasciato sfuggire, in un lapsus diventato un 'cult' su YouTube, la soddisfazione per "aver salvato il mondo" dal disastro economico. A nulla è servito il suo immediato tentativo di correzione, e la sostituzione di "mondo" con "banche", che effettivamente il pacchetto di interventi promosso con tempismo dal suo governo ha contribuito a salvare.

"Non solo abbiamo salvato il mondo...salvato le banche....salvato le banche...non solo abbiamo salvato le banche", ha ripetuto Brown sommerso dalle risate dei deputati dell'opposizione. "Ora è registrato: è talmente impegnato a parlare di salvare il mondo che ha dimenticato il suo Paese", ha subito dichiarato il leader dei conservatori, David Cameron.

Quest'ultimo, peraltro, è a sua volta attaccato dalla stampa britannica per una foto di famiglia (scattata dal famoso reporter di guerra Tom Stoddard) che lo ritrae con la moglie Samantha e i tre figli, Ivan, 6 anni, Nancy, 4 e Arthur, 2, abbracciati sul sofa della loro abitazione londinese.

Uno scatto in bianco e nero, pubblicato dal quotidiano Telegraph, che il leader dell'opposizione userà per fare gli auguri di Natale. e qui sta il punto: nella foto si vede il figlio Ivan che soffre di una grave forma di paralisi cerebrale e epilessia e che raramente appare in pubblico. L'anno scorso il leader dei Conservatori scelse una cartolina disegnata da una bambina della sua circoscrizione elettorale per inviare gli auguri. La sua decisione di tornare a un ritratto in stile "Tony Blair" (che in passato ha fatto ritrarre anche i suoi bambini per le cartoline di auguri) - scrive il quotidiano nella sua edizione online - potrebbe essere visto come un atto di sfida, dopo che il premier Gordon Brown lo ha accusato di usare la famiglia come "aiuto" all'inizio dell'anno. Cameron ha più volte ribadito che gli elettori devono conoscere e capire tutti gli aspetti della sua vita per potergli dare fiducia come possibile primo ministro britannico.




Bruxelles | 11 dicembre 2008
Il piano anti crisi britannico "grossolano"? Gordon Brown minimizza l'attrito con Berlino
Gordon Brown
Gordon Brown
Se gli amici si vedono nei momenti di difficoltà, Gordon Brown certo non si dimenticherà di Peer Steinbrueck. Il ministro delle Finanze tedesco a poche ore dal vertice europeo di Bruxelles ha concesso un'intervista a Newsweek nella quale definisce "keynesianesimo grossolano e di corto respiro" la cura anti crisi varata dal governo laburista.

Ufficialmente il premier britannico sfoggia fairplay: nessun contrasto con la Germania, Steinbrueck in realtà si riferiva "alla politica interna tedesca".

Anche Berlino ha pesantemente investito sulle banche e sull'economia, con piani simili al quelli britannici. "Il governo tedesco - dice Brown in un'intervista radiofonica - sta investendo sempre di più e ha appena annunciato un'espansione della manovra di bilancio in modo da poter investire in lavori pubblici, per aiutare le banche e per fare tutte cose del genere". "Non voglio entrare - aggiunge Brown - in quella che è chiaramente una questione di politica interna tedesca, anche perché la loro è una coalizione che comprende diversi partiti". "La cosa importante - dice ancora Brown - è che tutti i paesi nel mondo stanno facendo quello che e' meglio fare".

Dietro alle dichiarazioni ufficiali, però, l'irritazione di Londra per l'entrata in tackle di Steinbrueck è innegabile, anche se secondo molti analisti conferma il nervosismo di Berlino per un vertice di Bruxelles che vede la Germania sotto pressione dell'asse Sarkozy-Brown su tutti i dossier scottanti, dal pacchetto clima al piano di rilancio europeo per l'economia.



Il "Filo di Arianna", sempre presente anche se molto sottile, che consente di entrare e di uscire dal labirinto del romanzo "La Camera del Silenzio (The Final Question)", Bastogi, Foggia dicembre 2007, è una guerra "strana" e "misteriosa".
Francesco Paolo Pinello




La Terza Guerra Mondiale è combattuta con le armi della finanza, dell'economia, dell'alta tecnologia, della comunicazione, della diplomazia e dell'energia. La sua caratteristica fondamentale è che si tratta di una guerra invisibile. C'è, si combatte, ma pochi sanno che siamo in guerra e che questa è la Terza Guerra Mondiale, perché dopo di essa neinte sarà più come prima.
Francesco Paolo Pinello


<<Secondo me il prossimo conflitto mondiale è già iniziato, nonostante non ve ne sia piena consapevolezza. A causa del terrorismo sarà difficile distinguere tra combattenti e popolazione civile, e vi è dunque la necessità di armi che ci mettano in grado di minimizzare le vittime innocenti>>
(Ex colonnello John Alexander, già direttore di programma in uno dei laboratori di ricerca militare più importanri negli Stati Uniti, il Los Alamos National Laboratory)


"La crisi economica che stiamo attraversando è come vivere dentro un videogame. In quelli che si giocano, si affrontano mostri e poi si spegne tutto. Mentre questa non è ancora terminata e non è possibile fare 'game over'". "Come nei videogiochi ci sono dei mostri da affrontare per passare al livello successivo. Ora dobbiamo affrontare i mostri delle carte di credito, poi quello delle attese bancarotte societarie e poi il mostro dei mostri, quello dei derivati, della follia del rischio incalcolabile e degli effetti collaterali non preventivabili"
(Giulio Tremonti 19 novembre 2008)



(ANSA) - GINEVRA, 20 NOV 2008 - Nicolas Sarkozy ha oggi rivolto un appello a inserire la dimensione sociale nei dibattiti sulla nuova governance mondiale. Il 'progresso economico e il progresso sociale non vanno l'uno senza l'altro' ma si rafforzano a vicenda, ha detto il presidente francese. Per Sarkozy la crisi finanziaria, 'senza precedenti', ha gia' ora effetti sulla situazione economica mondiale e 'non potremo evitare ripercussioni sociali'.


Il futuro
"Penso che si possa giungere a un capitalismo in una versione più conservativa, più umanista, antiautoritaria, antidogmatica. Si intravede uno scenario in cui si apriranno spazi al mercato sociale attraverso l'introduzione nell'economia di una disciplina dei valori morali".
(Giulio Tremonti 19 novembre 2008)




<<La crisi dell'economia americana sta trascinando con sé il modello di globalizzazione fino a oggi egemone. Rischia di esplodere lo squilibrio tra indebitamento Usa, bassa crescita europea ed elevata accumulazione di capitali in Asia. Si va progressivamente allentando il rapporto di fiducia tra popoli, parlamenti e governi. Il cittadino occidentale, sempre più povero, si accorge anche di contare sempre meno nelle grandi decisioni che riguardano la sua vita [...] Vengono in questi mesi al pettine i nodi degli ultimi dieci-quindici anni. La crisi inerisce al modello globale scaturito dalle trasformazioni degli anni Novanta. Ci riferiamo alla nascita del Wto, al predominio della tecno-finanza, all'abbattimento delle frontiere e all'offerta di manodopera a bassisimo costo proveniente dai Paesi del nuovo capitalismo. L'ingresso, nel 2001, della Cina nell'Organizzazione mondiale del commercio ha accelerato tale processo mettendo in risalto le anomalie del meccanismo di produzione della ricchezza [...] Si riduce la possibilità dei cittadini di chiedere conto ai poteri finanziari e globali politicamente irresponsabili del loro operato, quei poteri che incidono pesantemente sulla vita dei popoli pur essendo svincolati da qualsiasi mandato popolare [...] I problemi della globalizzazione ... appaiono questioni troppo astratte e troppo lontane, o comunque troppo "grandi" per entrare nell'orizzonte culturale del cittadino medio. La crisi della democrazia è in questo gap culturale che il sistema dei media tende a mantenere artificialmente alto>>, da IMPERI, Rivista quadrimestrale di geopolitica e globalizzazione, n. 13, anno 5, 2008. 






E' da un po' di tempo a questa parte che mi chiedo: è possibile introdurre nelle scienze, in tutte le scienze, una disciplina dei valori morali? E' possibile una scienza che blocchi automaticamente se stessa, rifiutandosi assolutamente di procedere oltre, quando sono messi a rischio "determinati valori morali fondamentali"? Credo che i tempi per cominciare a ricercare risposte a queste domande siano maturi.
Francesco Paolo Pinello





A sessanta anni dalla morte del cardinale August Hlond

La vittoria verrà
La visione mariana del profeta polacco


di StanisLaw Zimniak
Membro dell'Istituto Storico Salesiano di Roma

 La figura eminente del cardinale August Hlond (1881-1948) - salesiano di don Bosco, primo vescovo di Katowice, primate della Chiesa cattolica in Polonia e fondatore della Società di Cristo per i Polacchi all'estero (Societas Christi pro Emigrantibus), nonché rifondatore della Congregazione dei Fratelli del Cuore di Gesù - può essere misurata con gli eccellenti frutti pastorali e spirituali prodotti dalla sua profezia sulla futura vittoria della Chiesa, invocata per l'intercessione della Santissima Vergine Maria. Una profezia pronunziata sul letto di morte il 22 ottobre 1948 - era il giorno in cui si ricordava la Madonna della Buona Morte - nel contesto storico dei grandi sconvolgimenti politici, sociali e culturali che avvenivano nel cuore dell'Europa, quando il comunismo sovietico marciava vittorioso verso l'Europa occidentale e conquistava vari Paesi oltre i confini del vecchio continente, mentre alla Polonia, privata di qualunque sostegno dell'occidente, dal 1944 veniva imposto il regime marxista per l'esplicita volontà di Mosca. Alla maggioranza dei polacchi sembrava che la catastrofe definitiva fosse giunta, seppellendo per sempre la speranza nella vittoria della libertà.
Proprio in quel momento, inaspettatamente morì il primate di Polonia. Morì la persona alla quale si rivolgevano tutti i polacchi, sia i cattolici sia i non credenti onestamente preoccupati per il destino del proprio Paese. La morte del primate Hlond, che in quel momento storico era l'unico sicuro punto di riferimento agli occhi della società disorientata, causò un enorme sgomento. L'autorevolezza, la mano sicura nella guida della Chiesa e la capacità di indicare nuove soluzioni senza mettere mai a rischio i valori fondamentali della fede cattolica, gli erano universalmente riconosciute. Di questo dava conferma il suo successore all'ufficio primaziale, il cardinale Stefan Wyszynski (1903-1981) - passato alla storia come "il primate del millennio" - nella lettera che scrisse il 6 gennaio 1949 per il suo insediamento, appena tre mesi dopo la morte del cardinale Hlond, in cui dichiarava:  "Con la morte ... del primate di Polonia cardinale August Hlond ... alla nazione intera è venuto a mancare il simbolo visibile della propria unità religiosa. (...)  Quando, nei giorni del nostro lutto, tutto il mondo ha chinato la fronte davanti al grande figlio della Chiesa, lo ha fatto per venerare la sua fede incrollabile, il coraggio indomito, l'amore devoto, l'operosità instancabile e tutte le virtù che Egli aveva messo al servizio di Dio, Padre Altissimo delle nazioni, e a quello della cattolica terra polacca".

"Il primate del millennio"

L'auspicio espresso dal primate Wyszynski, che la vita del suo predecessore diventasse modello e luce per un futuro tanto incerto, si riferiva alle nuove sfide da affrontare, in particolare a quella dell'ateismo che veniva imposto in tutte le sfere della vita sociale e culturale dal regime comunista. Per cui nella profezia, interpretata anche come una sorta di testamento del primate Hlond, Wyszynski vide una ispirazione per il programma pastorale da mettere in pratica. Uno dei punti più importanti del progetto apostolico del successore di Hlond era, nel 1966, la preparazione di un grande avvenimento:  il millennio del Battesimo della Polonia. Lo annunciò egli stesso a Roma il 22 ottobre 1962, ai primi inizi del concilio Vaticano II:  "Il cardinale morente a Varsavia aveva annunciato che la vittoria, quando verrà, sarà la vittoria della Madre Santissima. Aveva detto che bisognava portare la Polonia a celebrare la ricorrenza del millennio del Battesimo cantando l'inno Bogurodzico Dziewico, Bogiem slawiena Maryjo... (inno religioso medioevale, rivolto alla Madre di Dio - Theotòkos - per implorare la sua intercessione presso il Figlio). I vescovi polacchi hanno assunto questa esortazione del cardinale agonizzante a loro programma e dovere. Pertanto, immedesimandoci con questi pensieri e desideri del defunto pastore, noi vescovi polacchi conduciamo la nostra patria alle porte del millennio seguendo Maria di Jasna Góra, la Regina della Polonia. Crediamo profondamente che la vittoria verrà!". Sono state, dunque, queste parole a infondere nel clero e nella popolazione la forza, il coraggio, e soprattutto - sorprendendo e persino spaventando il regime comunista - la ferma volontà di resistere all'ideologia atea e di moltiplicare gli sforzi per un lavoro pastorale innovativo e per un'azione evangelizzatrice più radicale.
Due anni dopo, benedicendo il monumento dedicato a Hlond, il primate Stefan Wyszynski riconfermava ancora più esplicitamente l'importanza decisiva del testamento del suo predecessore per la preparazione pastorale della Polonia al millennio del suo Battesimo. Disse infatti:  "Oggi stiamo portando la nazione nel "nuovo millennio della fede" guidati dalla Madonna di Jasna Góra. Ma non dovete pensare, miei cari, che nel farlo stiamo realizzando intenzioni soltanto nostre. Ho letto queste parole del cardinale morente che diceva:  "Io me ne andrò, ma verranno altri che continueranno la mia opera". Vi dico, figli miei diletti, che io, suo indegno successore alla sede primaziale, penso sempre di continuare non la mia, ma la sua opera, di realizzare non i miei, ma i suoi programmi e progetti. Mi ritengo esecutore del suo testamento spirituale. (...) Le idee guida del lavoro che prepara la nazione al millennio del suo Battesimo vengono dal cuore del morente cardinale August Hlond. (...) Desidero assicurarvi, amatissimi fratelli sacerdoti e dilettissimi figli di Dio, che io e i vescovi polacchi stiamo continuando la sua opera. Per questo ci avviciniamo alle porte del nuovo millennio seguendo la Santissima Vergine! Il cardinale primate morente ci ha impegnato a questo con le seguenti, speciali parole:  "Luctamini cum fiducia! Sub patrocinio Beatae Mariae Virginis laborate". (...)".
Quando benedisse il fonte battesimale del millennio, il 31 maggio 1965, lo stesso primate pronunciò un discorso in cui tornava di nuovo sul significato e sull'importanza capitale del testamento del suo predecessore, che chiamò addirittura un "profeta polacco". "Cari figlioli" - disse in quell'occasione - "vi ringrazio per i grandi mazzi di fiori di cui mi avete colmato anche troppo. Li porterò alla cattedrale di Varsavia. Una parte andrà a ornare la tomba del nostro predecessore, cardinale August Hlond di venerata memoria. Il motivo ve lo dico subito. È perché è stato lui a dire che "la vittoria, quando verrà, sarà la vittoria della Madre Santissima". Io sono soltanto esecutore del suo programma. Sto lavorando perché questa vittoria s'avveri e perché sia la vittoria della Madre Santissima. La vittoria verrà, è sarà la Sua vittoria. Ecco perchè i vostri fiori saranno portati sulla tomba di questo profeta polacco che, con gli occhi che si stavano spegnendo, con le labbra ormai esangui, prediceva la vittoria della Madre Santissima. Pregate perché le forze non mi vengano meno, perché io possa contribuire a questa vittoria. Ma anche tutti voi state collaborando a quest'opera".
L'artefice principale della novena per il millennio del Battesimo della Polonia (1966), fu, senza dubbio, il primate Wyszynski, con il pieno appoggio dell'episcopato polacco, specialmente da parte dell'arcivescovo metropolita di Cracovia, Karol Wojtyla. La novena, il pellegrinaggio dell'immagine della Madonna Nera di Czestochowa per tutto il Paese con le soste in tutte le parrocchie e tutte le famiglie cattoliche per una giornata di adorazione e preghiera, furono indubbiamente i più grandi eventi dell'azione evangelizzatrice della nazione polacca nella seconda metà del Novecento. L'iniziativa diede copiosi e bellissimi frutti, portando i polacchi a rinnovarsi moralmente e a riscoprire l'identità cristiana propria e del Paese. Questi eventi trovarono anche una rilevante eco internazionale. Tutto questo grazie al pellegrinaggio della sacra icona, concepito in forza della profezia del servo di Dio cardinale Hlond. Tanto è vero che, ovunque andasse la sacra immagine, vi si parlava della vittoria che sarebbe stata riportata grazie all'intervento materno di Maria presso Gesù. Si citavano di continuo, quindi, per rincuorare e incoraggiare i fedeli, le parole del cardinale Hlond.
Si noti che l'azione pastorale messa in atto dal primate Wyszynski fu fortemente osteggiata dal regime comunista. Addirittura, le autorità marxiste ricorsero all'atto brutale di sequestrare l'immagine della Madonna Nera. Però nemmeno questo impedì l'emozionante vittoria di Maria che stava trasformando la popolazione polacca con ripercussione benefiche nel mondo.

L'elezione di Wojtyla alla Cattedra di Pietro

Il primate Wyszynski interpretò l'elezione del cardinale Karol Wojtyla a successore di Pietro come il coronamento della profezia sulla vittoria mariana contro l'ateismo marxista, non solo in terra polacca, ma ben oltre i suoi confini. La chiamata del metropolita di Cracovia - pastore mariano per eccellenza, agli occhi del cardinale Wyszynski - ad assumere il servizio petrino, fu per quest'ultimo la conferma decisiva della vittoria di Maria, profetizzata dal servo di Dio cardinale Hlond.
Il cardinale Stefan Wyszynski si espresse in tal senso nella omelia La profetica visione della Madonna Vincitrice, tenuta dopo l'elezione del cardinale Wojtyla, il 21 ottobre 1978 a Roma. In essa dichiarava:  (...)  "Parlando con tutta l'umiltà, la vittoria è fatta! Nella Sede Petrina siede un Papa Mariano. (...) Quindi, la vittoria della Santissima Madre è davvero venuta".
Nella stessa omelia il cardinale Wyszynski volle evidenziare la provvidenziale coincidenza delle date. Giovanni Paolo II inaugurava il suo pontificato nella ricorrenza della morte del cardinale Hlond. Rimarcava, infatti:  "Sono passati trent'anni dalla visione apocalittica che videro gli occhi di August cardinale Hlond, primate di Polonia, mentre egli moriva a Varsavia ... Trent'anni dopo, lo stesso giorno della sua morte, consegneremo a Dio e alla Chiesa un Figlio della terra polacca, divenuto Vicario di Cristo e Successore di Pietro. Davanti alla Basilica di San Pietro, con la sua sublime facciata come sfondo, avrà luogo la solenne cerimonia d'inaugurazione del governo e del servizio di Giovanni Paolo II, già Karol cardinale Wojtyla, arcivescovo di Cracovia". In effetti, il servo di Dio cardinale Hlond morì il 22 ottobre verso le 10.30, e l'inaugurazione del pontificato del Papa Giovanni Paolo ebbe luogo il 22 ottobre alle ore 10:  potrebbe sembrare una semplice coincidenza, o anche qualcosa che va oltre, lasciando intravedere la mano provvidenziale del Signore.
Lo stesso Giovanni Paolo II diverse volte ha fatto riferimento a Hlond nei suoi interventi. Per esempio, ne parlò nel corso del secondo viaggio apostolico in Polonia, scegliendo il posto più indicato, cioè il santuario mariano di Jasna Góra (Czestochowa), dove "batte il cuore" della fede dei polacchi. In quell'occasione il Papa riconobbe nella profezia del servo di Dio cardinale August Hlond il motivo alla base del proprio affidamento totale a Maria, da essa animato e plasmato. Nel discorso Affido a Te, o Maria, tutto ciò che è mio:  questa terra, questa gente, questo retaggio, pronunciato domenica 19 giugno 1983 alle ore 21 - si tenga presente il momento storico:  mentre si festeggiava il 600° anniversario del santuario Mariano di Jasna Góra, nel Paese vigeva la legge marziale introdotta dal generale Wojciech Jaruzelski, e la visita papale avveniva dopo l'attentato del 13 maggio 1981 - Giovanni Paolo II disse:  "Infine, o Madre di Jasna Góra, sono venuto qui, per dirTi ancora una volta:  "Totus tuus"! Sono, o Madre, tutto Tuo, e tutto ciò che è mio è Tuo! (...). Una cosa ancora. Il 13 maggio sono passati due anni da quel pomeriggio in cui mi hai salvato la vita. Questo è accaduto in Piazza San Pietro. Lì, durante l'udienza generale, è stato puntato verso di me un colpo, che doveva privarmi della vita. Lo scorso anno il 13 maggio sono stato a Fatima, per ringraziare e affidare. Oggi desidero qui, a Jasna Góra, lasciare come ex voto un segno visibile di quest'avvenimento, la fascia della tonaca bucata dalla pallottola. Il Tuo grande veneratore, il cardinale August Hlond, primate di Polonia, sul letto di morte pronunciò queste parole:  "La vittoria - quando verrà - verrà per mezzo di Maria"".
A riprova di quanto profondamente sia penetrata questa profezia del primate Hlond nell'animo del Papa, riportiamo un brano del suo testamento:  "Quando nel giorno 16 ottobre 1978 il conclave dei cardinali scelse Giovanni Paolo II, il primate della Polonia Card. Stefan Wyszynski mi disse "Il compito del nuovo Papa sarà di introdurre la Chiesa nel Terzo Millennio". Non so se ripeto esattamente la frase, ma almeno tale era il senso di ciò che allora sentii. Lo disse l'uomo che è passato alla storia come primate del millennio. Un grande primate. Sono stato testimone della sua missione, del suo totale affidamento, delle sue lotte, della sua vittoria".
I padri paolini, custodi del Santuario della Madonna Nera di Jasna Góra, nel desiderio di perpetuare la radicata convinzione popolare della santità dell'amato primate Hlond e delle altre due grandi personalità della Chiesa, cioè del cardinale Stefan Wyszynski e del Papa Giovanni Paolo II, hanno collocato nella seconda sezione della cappella che ospita la veneratissima icona della Madonna Nera, nel "cuore" stesso della Polonia cristiana, tre vetrate a colori:  quella centrale raffigura Giovanni Paolo II, le altre due, laterali, contengono, rispettivamente, l'immagine del cardinale August Hlond - con impresse le parole della sua profezia - e quella del cardinale Stefan Wyszynski. Tutti e tre hanno molte cose in comune, ma sono uniti soprattutto dalla loro incrollabile fede nell'intercessione di Maria nella storia della salvezza dell'umanità.

Conclusione

Il crollo del comunismo è un dato storico. Alla sua caduta hanno contribuito, senz'altro, molte persone. In Polonia, questi tre servi di Dio sono indubbiamente da annoverare tra gli artefici più eminenti della fine del comunismo. La loro influenza non può essere circoscritta alla sola Polonia, perché i loro nomi risuonano nel mondo intero. È stato un processo di cambiamenti pacifici, coronato dalla caduta del muro di Berlino nel 1989. Tanto è vero che, recatosi nella Repubblica Ceca, Giovanni Paolo II poté sentire il Presidente Vaclav Havel parlare con grande commozione e gratitudine di un "miracolo". Senza cadere in esagerazioni, nella pacifica trasformazione dell'Europa dell'est è possibile davvero vedere un "miracolo" in qualche modo attribuibile anche al servo di Dio cardinale Hlond, giacché fu lui a trasmettere la salda fede nell'intercessione della Beata Vergine Maria al suo successore cardinale Wyszynski e questi, a sua volta, al metropolita di Cracovia divenuto poi Giovanni Paolo II.
In epilogo si riferiscono qui le sue parole, rimaste sconosciute fino a poco tempo fa. Il 10 gennaio 1948 il primate scrisse una lettera al vescovo di Rovereto, Giuseppe Cognata (1885-1972). "La ringrazio, eccellenza, del ricordo della Polonia. Essa è (in) primissima linea. Magnifica ne è la resistenza spirituale. Voglia continuare a raccomandarci all'Immortale Re dei tempi alla Sua onnipotente Madre, la dolce Ausiliatrice dei Cristiani. Vedremo avvenimenti più grandi di Lepanto e di Vienna".



(©L'Osservatore Romano - 23 novembre 2008)


Sviluppo e crisi finanziaria

La bolla
che ci salverà

 di Ettore Gotti Tedeschi (...) I fenomeni economici attualmente più preoccupanti, oltre alla crisi di liquidità, sono:  la difficoltà di accedere al credito a causa delle prospettive di recessione; l'andamento negativo delle borse; il crollo della domanda e dei consumi; la conseguente sovracapacità produttiva inutilizzata e la crescita dei costi fissi non assorbiti; lo spettro della disoccupazione. Come si potrebbe ristabilire l'equilibrio tra produttività, occupazione e conseguente potere di acquisto, sostenendo l'attività delle imprese quotate in borsa? (...)  La bolla finanziaria sostenuta fino a poco tempo fa negli Stati Uniti (quella dei mutui subprime) si fondava sulla speranza di crescita del reddito e sulla crescita del valore immobiliare, sottovalutandone però il rischio. La bolla umanitaria si potrebbe analogamente fondare sulla speranza di crescita del reddito e del valore degli investimenti in Paesi popolati da persone desiderose di migliorare e piene di dignità. L'Asia ha liquidità, gli Stati Uniti hanno tecnologia, l'Europa cuore, idee e iniziative imprenditoriali medio-piccole. I Paesi poveri hanno due o tre miliardi di candidati al progresso economico su cui investire in un'ottica a lungo termine.
(...) Quanto è costata la bolla dei mutui subprime solo negli Stati Uniti? Dieci trilioni di dollari? (...) Oggi siamo felici che la ricca Cina - aiutata dall'occidente a svilupparsi economicamente - partecipi alla soluzione della crisi globale, ma si può immaginare un futuro con una ricca Africa, un ricco sud-est asiatico o una ricca America latina.
(©L'Osservatore Romano - 4 dicembre 2008)



Da: Rapubblica.it

Il presidente uscente si confessa alla rete Tv Abc. "La caccia
alle armi di distruzione il più grande rammarico della mia presidenza"

Usa, il mea culpa di Bush
"L'Iraq è stato un errore"


 

George W. Bush

WASHINGTON - La caccia alle armi di distruzione di massa in Iraq, risultata viziata da informazioni di intelligence infondate, è "il più grande rammarico della mia presidenza": lo ha detto George W.Bush, in vena di bilanci ed esami di coscienza di fine mandato, in un'intervista alla rete televisiva Abc.

Nella stessa intervista in cui si è detto "spiacente" per la situazione economica del paese, nel giorno in cui l'America ha ufficializzato l'entrata in un periodo di recessione, Bush ha anche ammesso che il fallimento nel provare i capi d'imputazione che avevano giustificato la guerra contro l'Iraq, è una delle eredità più pesanti con cui lascia la presidenza.

"Un sacco di persone - ha detto Bush, secondo estratti di un'intervista che la Abc ha realizzato nella residenza presidenziale di Camp David - avevano messo in gioco la loro reputazione dicendo che le armi di distruzione di massa erano una ragione per rimuovere Saddam Hussein". Il presidente americano ha evitato però di rispondere a una domanda sul fatto se avrebbe lanciato o meno l'invasione dell'Iraq, sapendo quello che sa adesso.

Nelle sue 'confessioni' a Camp David, Bush ha anche affermato che quando diventò presidente "non ero preparato per la guerra. In altri termini, non ho fatto campagna dicendo: 'Per favore votate per me e io sarò in grado di gestire un attacco'. Non avevo previsto una guerra".

Nel prepararsi a passare adesso le consegne a Barack Obama con due guerre ancora in corso, in Iraq e in Afghanistan, Bush ha difeso la scelta di non aver ritirato le forze dall'Iraq, lodando i progressi fatti dal paese negli ultimi due anni.

(1 dicembre 2008)



Da: RaiNews24.it

Washington | 21 novembre 2008

Siamo all'inizio del declino dell'impero americano, parola della Cia
Siamo al declino economico e militare Usa?
Siamo al declino economico e militare Usa?

La Cia e le altre agenzie d'intelligence statunitensi prevedono che nei prossimi due decenni l'America continuerà a perdere influenza politica ed economica (la crisi attuale di Wall Street sarebbe un primo segnale), e immaginano crisi e guerre legate alla fame di risorse, in primo luogo energetiche, alimentari e idriche.

Il 'Global Trends 2025' presentato stasera a Washington, sostiene che il sistema internazionale nato dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale e ridisegnato dopo l'epilogo della Guerra Fredda, va incontro a un'altra rivoluzione nel prossimo ventennio.
  
Quello in arrivo è "un sistema globale multipolare". L'attuale crisi finanziaria è solo il segnale d'inizio di una riorganizzazione generale dell'economia che avrà effetti sul dollaro, sul sistema finanziario americano e sul peso politico di Washington nel mondo. Il trasferimento senza precedenti di ricchezza in corso dall'Ovest all'Est del mondo, secondo gli esperti, "proseguirà nel prevedibile futuro". Brasile, India, Russia e Cina non solo aumenteranno il loro peso economico, ma disegneranno nuove regole del gioco spesso a danno degli Stati Uniti.




Nel romanzo "La Camera del Silenzio (The Final Question)", Bastogi, Foggia dicembre 2007, c'è scritto:

VI

(La montagna)

<<Dio c'è, l'acqua no>>.

Dopo le guerre per la terra e per i tesori che essa ospitava nei suoi visceri più profondi, sarebbero arrivate le guerre per l'acqua, per il fuoco a causa dell'innalzamento incontrollabile della temperatura in tutto il pianeta e quelle per l'aria respirabile, sempre più scarsa e preziosa.

... Si ... sempre la terra, l'acqua, il fuoco, l'aria...

... Proprio così ...

Chiesi a mio padre il perché di quelle parole della scritta sull'abbeveratoio e lui, un ingegnere, mi rispose che la conduttura idrica era piena di falle e l'acqua, che alla sorgente era abbondante, prima di giungere all'abbeveratoio seccava al caldo del sole, evaporava sulla terra arida e spoglia. Mi rispose che il caldo, a più di quaranta gradi, andava a cercarsi l'acqua sin dentro i visceri della terra.

Questo mi disse mio padre!

La conduttura idrica era rotta e piena di falle: che inaccettabile spreco di energia vitale!

... Che inaccettabile, per l'uomo, spreco di acqua ... Mentre faceva tutto quel gran caldo! ... Proprio quando il gran caldo si preparava a diventare sempre ... sempre più caldo ... fuoco ardente ... Che canicola! ... Leviatano ... Leviatano ... Vieni, Leviatano ... Dacci sollievo ... Dacci sollievo nella sabbia, nel deserto, a noi che siamo i granelli ...

Chiesi allora a mio padre di fermarsi e scendemmo dalla macchina.

Vidi, in lontananza, una montagna.

Percepii subito che, tra quelle rocce isolate, anche lì e non solo a Cacchiamo, davanti al negozio di animali dov'eravamo da poco passati, stava accadendo qualcosa di strano. Ma che cosa?

La mia era soltanto una percezione extrasensoriale della quale non avevo ancora né piena coscienza né completa consapevolezza.

C'era forse qualche collegamento con le fiamme delle case di Carontìa Marina? Con l'isola di fuoco? Con la maledizione? Con la benedizione? Era una questione di campi magnetici?

Mi avvicinai all'abbeveratoio, misi il rubinetto dentro la bocca e, ridendo, cominciai a succhiare come si succhia il latte dalle mammelle della madre, della vacca. Niente, neanche una goccia d'acqua.

Avevo appena compiuto un'azione di buona volontà, ma l'acqua proprio non c'era.

Allora sputai a terra: <<ecco l'acqua!>>, esclamai. La polvere adesso era bagnata.

Risalii in macchina e ridiscesi con una bottiglia di minerale. La versai dentro l'abbeveratoio: <<ecco l'acqua!>>, ridissi a mio padre, mentre le gocce d'acqua continuavano a stillare dalla bottiglia capovolta come da una stalattite.

Mi sedetti sul labbro dell'abbeveratoio e cominciai, di nuovo, a pensare ... sotto il sole che mi scaldava la testa ... al calore del sole ... mentre il sudore scolava giù dalla mia faccia ... e dalle mie ascelle ... e dal mio collo ...

Per Platone, caro lettore, i metalli erano acqua di pietra. I metalli erano le pietre che diventavano liquide, che fondevano.

... L'acqua di roccia ... Il fuoco ... La lava ... L'Etna ...

Mentre pensavo, guardavo la bottiglia che avevo in mano, capovolta, in mezzo alle gambe aperte. Le gocce d'acqua della bottiglia stillavano come le avevo viste stillare, un'altra volta, durante uno dei miei viaggi, dentro le <<Grotte di Castellana>>, nei visceri della terra, in Puglia.

... I visceri della terra ... Il basso ventre ...

... Già ... Castel del Monte e la Castellana  (le <<Grotte di Castellana>>) ...

Si, perché, nel mio ultimo viaggio in Puglia – ma altri ancora, caro lettore, ne farò, perché mi sento attratto dal Gargano e dai luoghi magici che sto descrivendo –, quando ero stato anche a San Giovanni Rotondo, avevo visto, per la prima volta nella mia vita, <<Castel del Monte>>.

Le <<Grotte di Castellana>>, invece, le avevo viste molti anni prima.

... Io avevo delle radici in Puglia, caro lettore ... perché mio nonno era pugliese ... proprio così! ... Fino a quattordici anni, c'ero stato parecchie volte in Puglia, poi, alla morte di mio nonno, non c'ero più andato ... C'ero ritornato molti anni più tardi ... Ed era stato nel mio ritorno, durante il mio viaggio di ritorno, dopo la morte di mio nonno, che ero stato illuminato a San Giovanni Rotondo, a Monte Sant'Angelo ed a Castel del Monte ... Era come se il seme, piantato in me nella mia giovinezza, durante i miei viaggi giovanili in Puglia, e che faceva parte delle mie radici, soltanto allora,  a San Giovanni Rotondo, a Monte Sant'Angelo ed a Castel del Monte, fosse uscito fuori dalla terra, all'aria aperta ed alla luce ...

... Ancora ... la terra, l'aria aperta, la luce ... Sì, caro lettore!

Le grotte di Castellana, invece le avevo viste molti anni prima, nei viaggi della mia tenera giovinezza: le gocce d'acqua che al buio si sentivano stillare, e che non si vedevano e che si vedevano alla luce del sole, nei luoghi dove i raggi del sole ... la <<spada di fuoco>> ... potevano entrare da un buco, come si entra con il pene nel basso ventre di una donna per fecondarlo, o come si entra da una finestra o da una porta aperta; le gocce d'acqua che al buio si sentivano stillare, e che non si vedevano, e che si vedevano alla luce del fuoco di una torcia, o di una lampada elettrica.

Già ... l'elettricità... L'elettricità che a Carontìa Marina non c'era, mentre gli impianti elettrici delle case bruciavano, e, con loro, anche le case della povera gente ... della gente povera ... mentre il vecchio pescatore se ne stava sulla spiaggia con la sua croce, piantato in terra, come un vecchio seme.

Con la bottiglia in mano, che stillava a terra, in mezzo alle mie gambe aperte, pensavo alle gocce d'acqua che, salendo e scendendo, formavano le stalagmiti e le stalattiti, e che si vedevano alla luce del sole o di una torcia.

Durante quel viaggio in Puglia, il viaggio del ritorno illuminante, avevo visto anche <<La grotta di Monte Sant'Angelo>>, nella Basilica di San Michele arcangelo.

... San Giovanni Rotondo ... Castel del Monte ... Le <<Grotte di Castellana>> ... La <<Grotta di Monte Sant'Angelo>> ...

Lasciai cadere la bottiglia giù ... a terra ... ed il rumore del vetro interruppe i miei pensieri ... i mie ricordi ... i viaggi della mia memoria ...

Avevo preso quella bottiglia di minerale da dentro la macchina e, prima di sedermi sul labbro dell'abbeveratoio, avevo versato l'acqua dentro l'abbeveratoio. 

Adesso l'acqua, dentro l'abbeveratoio, c'era.

Presi un foglio di carta e scrissi: <<L'acqua c'è e Dio non c'entra niente. E' la conduttura idrica che non funziona>>.

Questo mi aveva detto mio padre!

Appesi il foglio di carta, che avevo appena scritto, accanto all'altra scritta, sull'abbeveratoio.

Ma, mio padre subito osservò: <<tra un po' il sole avrà fatto evaporare la tua acqua ed il vento avrà fatto volare via la tua carta>>.

<<Voglio risalire fino alla sorgente, papà. Voglio vedere da vicino quella montagna. Forse esiste qualche collegamento con i fenomeni di Carontìa Marina>>: dissi.

<<Dai sbrigati, andiamo. Ti aspettano a Catania e siamo in ritardo. Quello sulla montagna è un viaggio cazzuto. Dobbiamo entrare nel bosco e salire ... e poi... che c'entra quella montagna con Carontìa Marina?>>, mi domandò: <<Fatti guidare da Virgilio se devi andare all'Inferno ed in Purgatorio. Fatti guidare da Beatrice se devi andare in Paradiso. Ma, ai piedi della montagna della felicità terrena, stai attento alla Lupa ed alla sua fame di potere>>, concluse sibillino.

<<Un'intuizione, soltanto un'intuizione papà>>, risposi.

  

VII

(Il camionista e la guerra)

... Sì, la montagna ... la Montagna del Sole ...

Mentre dicevo quelle parole, passò un camion, di metallo, e travolse mio padre e la nostra macchina. Ricordo che il camion era carico di angurie, come carico di succo di anguria e di sangue diventò l'asfalto bollente.

Quella fu l'ultima volta che vidi il corpo di mio padre.

Quasi non lo riconoscevo.

Lui che avrebbe voluto continuare a costruire insieme a me il mio futuro, non ebbe neanche il tempo di salutarmi con un ultimo bacio.

Che dovevo fare? Da chi dovevo andare?

Baciai mio padre per l'ultima volta, già morto, e mi allontanai ... un poco. Il suo battito non c'era più. Il suo cuore lì non c'era più e neanche il suo fiato.

Il camionista mi chiamò: <<ragazzo ... ragazzo ... E' la guerra, ragazzo! E' scoppiata la guerra ... dove vai?... scappa anche tu! ... Mettiti in salvo! ... Credimi non volevo ... Io ... Io... non l'ho fatto apposta ... Credimi non volevo ... Quest'uomo .... quest'uomo ....Io non l'ho visto ... Quando sono passato, lui non c'era ... l'ho visto dopo ... dopo che sono passato ... soltanto dopo ... E' morto dopo che io sono passato ... dopo ... Lui è finito sotto il mio camion, dopo che io ero già passato... Si, è così ... è andata proprio così!>>.

<<Tu sei pazzo! La guerra? Quale guerra? Mio padre è stato travolto dal tuo camion dopo che tu eri già passato? Ma che cazzo dici? Questo è impossibile! Ti sei bevuto il cervello? Il caldo ti ha fatto uscire di senno? L'acqua all'abbeveratoio non c'è, e adesso per il metallo del tuo fottutissimo camion non c'è più neanche mio padre>>, risposi spiazzato e messo fuori strada dagli eventi e dalle sue strane parole, impaurito anche per la sorte della mia stessa vita, da lontano, iniziando a camminare lungo un sentiero, oltre la carreggiata, e poi fermandomi per parlare con lui.

 

VIII

(Il caldo)

Prima gli strani giochi dei bambini nudi di Cacchiamo, adesso la strana morte di mio padre, quello strano camionista, il caldo infernale, quella montagna, la mia percezione extrasensoriale del possibile collegamento tra i fatti misteriosi di Carontìa Marina e la montagna, la notizia dello scoppio della guerra.

Avevo paura per la mia vita. La sentivo messa in pericolo. Tremavo come una foglia.

Il caldo. Sentivo caldo.

Non capivo. Proprio non capivo cosa stesse accadendo.

Era come se tutto mi fosse crollato addosso, come se ci fosse stato un terremoto, un incendio terribile e devastante, un vortice di vento.




Da newton.corriere.it Cyber CommandAir Force USA lancia la Cyberguerra Dopo aria e spazio tocca ora al mondo virtuale; il dipartimento americano della difesa installerà un cybercomando in una base della Louisiana. 

Attaccato dagli hackers cinesi, il Pentagono corre ai ripari sul fronte delle guerre virtuali. Una base dell’Air Force in Louisiana è stata scelta come nuovo “Cyber Command”, il comando da cui gli esperti dell’aviazione guideranno le loro cyber-offensive planetarie. “Abbiamo il dominio dell’aria, abbiamo il dominio dello spazio, e vogliamo dominare anche il cyberspazio, ma non mi sembra che per ora stia accadendo”: così il sottosegretario all’Air Force, Michael Wynne, ha commentato il proprio annuncio dell’istituzione del Cyber Command. Il quartier generale provvisorio sarà la Barksdale Air Force Base in Louisiana, la stessa che serve da base per i giganteschi e vecchi bombardieri B-52. Passato e futuro vivranno insieme così a Barksdale, dove in mezzo agli hangar delle fortezze volanti realizzate durante la Guerra Fredda, sorge ora un nuovo bunker supertecnologico da dove verrà data la caccia agli hackers e verranno progettate operazioni militari interamente mirate al cyberspazio. Un generale a due stelle sarà presto nominato responsabile del Cyber Command ed avrà alle proprie dipendenze circa 150 uomini, in gran parte esperti informatici e maghi delle comunicazioni digitali militari. Molti di loro non si trasferiranno in Louisiana, ma lavoreranno da un’altra base dell’Air Force in Illinois collegata a Barksdale con un network super protetto.

La strategia di lungo periodo che sta dietro l’annuncio di Wynne, fatto al Pentagono in occasione della cerimonia per il 60mo anniversario dell’Air Force, è quella di “sconfiggere le minacce emergenti” che gli USA vedono all’orizzonte. Nei mesi scorsi aveva fatto discutere la decisione del presidente Gorge Bush di ribadire che l’America ritiene il controllo dello spazio come una questione di sicurezza nazionale, ma adesso il Pentagono sottolinea come anche il cyberspazio sia da considerare altrettanto strategico. Una convinzione rafforzata da episodi dei giorni scorsi, quando pirati informatici cinesi hanno penetrato i computer usati dal ministro della Difesa Robert Gates: un episodio per il quale Washington ha puntato l’indice sull’Esercito di Pechino. “Dobbiamo lanciarci nello spazio virtuale”, ha spiegato l’ex generale John Abizaid, fino a pochi mesi fa il capo del Comando Centrale delle forze USA. “All’epoca di Napoleone – ha detto -, in un discorso nel centro studi Csis di Washington – la guerra era in terra e in mare. Oggi invece dobbiamo agire non solo in terra, mare, cieli e spazio, ma dobbiamo comprendere che il dominio virtuale è un luogo di guerra, non solo un ambiente da tenere sotto osservazione. Richiede la nostra attenzione costante e la nostra vigilanza, è un’area nella quale dobbiamo combattere”. Quali saranno, nello specifico, i compiti del cybercomando, è ancora materia top secret. La struttura temporanea allestita nella base di Barksdale dovrà preparare il terreno per l’entrata in azione del Cyber Command definitivo, che Wynne ha fissato per il primo ottobre 2008. I computer sono già al lavoro in Louisiana, dove le autorità e gli imprenditori locali stanno creando intorno alla base un nuovo distretto tecnologico. Il Cyber Innovation Center, che integrerà le capacità del comando militare.

[Modificato da zsbc08 02/07/2009 15:56]