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Gravina: chiesta archiviazione per il padre di Ciccio e Tore

Ultimo Aggiornamento: 10/12/2008 09:06
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27/11/2008 11:16

Il Miotauro e la croce
Da: RaiNews24.it

Roma | 27 novembre 2008
Statue incappucciate in molte città italiane per protesta contro le morti bianche
Una delle statue incappucciate a Roma
Una delle statue incappucciate a Roma

In molte città italiane: Bologna, Roma, Genova, Novara, Palermo le statue sono state incappucciate con i sacchetti della spazzatura  "per evitare ai loro occhi la vista di un dramma che ha responsabilita' chiare, precise, evidenti", le morti bianche sul lavoro.  L'iniziativa appartiene all'organizzazione di estrema destra Casapound.

"Questo e' il nostro modo - afferma Alessandro Vigliani, responsabile cittadino, che ha diffuso anche le foto di alcuni monumenti incappucciati - di ricordare e denunciare la morte di due operai alla Marconigomme", di Sasso Marconi, dove il 17 novembre l'esplosione di un'impastatrice ha ucciso un dirigente e un dipendente. "Piu' di 2500 incidenti al giorno, tre morti quotidiane, 27 invalidi permanenti, per un bilancio complessivo che nel 2007 ha raggiunto le 1.200 vittime. Ogni maledetto giorno - scrive Gianluca Iannone di Casapound Italia -  in Italia si muore sul lavoro, con cifre e proporzioni indegne di un Paese civile".

Sacchi della spazzatura e un volantino contro le morti bianche, firmato Forza nuova e Casa Pound, sono stati usati per coprire le teste di statue e parti di fontane in diverse zone del centro di Roma, da via Quattro Novembre, a corso Vittorio, a Villa Borghese fino al quartiere Coppede'.
  
Croci con la scritta "Lavoratore", attorniate da macchie di finto sangue, e la scritta "Ogni maledetto giorno si continua a morire sul lavoro, con le promesse dei Governi, il pianto dei capi di Stato, la disperazione dei sindacati, la commozione dei conduttori televisivi. Ci viene da vomitare". E' quanto si legge sui volantini attaccati ai sacchi azzurri o neri della spazzatura. Sulla vicenda indagano i carabinieri mentre i vigili del fuoco da stamani stanno rimuovendo i sacchetti della denuncia sui morti sul lavoro che vengono loro segnalati



Nel romanzo "La Camera del Silenzio (The Final Question)", Bastogi, Foggia dicembre 2007, c'è scritto:

(Il Minotauro. La croce)

<<Se volete essere sempre ricchi di cose utili e poveri di cose terrene e rumorose, cercate il silenzio. Se ascolterete e troverete il silenzio, sarete pieni di luce>>.

Ed era il silenzio che io cercavo, nei miei viaggi ... durante i miei viaggi ... al ritorno dai miei viaggi ...

Ma allora ... prima dei fatti di Carontìa Marina ... non lo sapevo ancora ... non avevo ancora coscienza e piena consapevolezza di ciò ...

Lo seppi ... poco tempo dopo ... dopo ... dopo che cominciai a scrivere – le scritte!, le scritte!– della scritta all'abbeveratoio ... tra Cacchiamo e Calascibetta ... nella provincia di Enna ... in Sicilia ... e del mistero della maledizione di Carontìa Marina

La motivazione del mio viaggio a Carontìa Marina era le mie antiche radici e la voglia che mi sentivo dentro di svelare il mistero della maledizione del Diavolo e dell'Etna.

E all'origine di questa motivazione c'era la mia ricerca del silenzio.

Io andavo a Carontìa Marina per riscoprire le mie antiche radici e per fare il silenzio in me stesso, e viaggiavo nella dimora del Diavolo e delle viscere dell'Etna per andare in alto, verso la luce.

Ma, nella dimora del Diavolo, nell'isola di fuoco, mi ero imbattuto in un grosso incendio. La maledizione era cioè nel luogo nel quale io stavo ritornando per cercare un punto di partenza per la mia ricerca. 

Erano le miei radici che mi facevano viaggiare.

Ed era per andare alla ricerca delle mie radici che viaggiavo.

Ed erano anche loro che viaggiavano verso di me, e che mi venivano incontro, e che mi cercavano.

Ma io per ritrovarle, per vederle nella luce, avrei dovuto prima svelare il mistero della maledizione del Diavolo e dell'Etna. Sì, proprio così!

Se per dannazione non avessi svelato quel mistero, non avrei mai più ritrovato e rivisto le mie radici, ne ero certo.

E questo sarebbe stato un male non soltanto per me, ma anche per la povera gente di Carontìa Marina, perché loro dalla luce fatta con le mie radici, dalla risoluzione del mistero della maledizione del Diavolo e dell'Etna, avrebbero certamente tratto benefici per loro stessi, e per le loro case, e per gli impianti elettrici delle loro case.

... E fu così che le stesse radici del seme, che prima erano nel labirinto della terra ... dopo ... verdi ... uscirono, fuori dalla terra, all'aria, alla luce ed all'acqua della pioggia, dei laghi e dei fiumi, delle sorgenti, come una giovane piantina di grano, sotto il sole ... E fu così  che quello che prima era al buio, venne alla luce ... E fu così che la coscienza illuminò ciò che prima viveva nel buio ... E fu così che ebbi piena coscienza e piena consapevolezza del seme e delle radici che già erano in me ... Nel labirinto ...

... Ed il toro? ...

... Buio ... Bue ...

Io ricercavo il silenzio per la riscoperta delle mie antiche radici che affondavano nel terreno sacro delle grandi civiltà del passato, perché le mie erano radici iniziatiche. Questa era l'origine della mia motivazione: ero stato chiamato dalle mie profonde radici per essere iniziato alle radici dell'avvenire.

Caro lettore, adesso che scrivo e che ti racconto la storia di Carontìa Marina, mentre scrivo, è del toro, è del bue, è del vitello ...  che mi domanda la mia radice greca!

Caro lettore, è la Grecia antica che mi viene ... adesso ... in mente ... E' la Grecia antica che viaggia, adesso, dentro i miei ricordi ...

All'ingresso di Carontìa Marina, prima delle prime case del paese, sul mare, c'era il Minotauro, un'enorme scultura di bronzo, che aveva la testa di toro ed il corpo d'uomo. La parte  umana, quella che conteneva  il cuore, e le mani per lavorare, ed i piedi per camminare e per correre, era bella, luminosa, angelica e sottile. La parte bestiale, quella del toro, invece, era ancora brutta, bruta, sporca, animalesca, demoniaca, oscura e piena di peli. 

Quella era la terra della Magna Grecia, una terra antica, ricca di misteri, di miti, di cultura e di Antiche Tradizioni Iniziatiche, una terra che aveva radici profonde ...  molto profonde ... radici che, nella lava che bolliva dentro l'Etna, arrivavano fino al centro della terra. Quelle dell'Etna erano le radici fondenti, le radici di fuoco ... quelli erano i fili di lava, lunghi e forti.

Il Minotauro, che era all'inizio di Carontìa Marina, all'ingresso delle prime case, sembrava che volesse dire ai viaggiatori che passavano di lì che l'uomo per raggiungere la più elevata condizione spirituale, per essere pienamente luce, doveva prima cominciare ad accordare e ad armonizzare i suoi piedi, le sue gambe, il suo basso ventre, il suo ventre, il suo cuore, i suoi polmoni, le sue braccia, le sue mani, e soltanto dopo, dopo, i suoi occhi avrebbero cominciato a vedere la luce, ed i suoi orecchi ad ascoltarla, ed il suo naso a respirare veramente la vita, e la sua bocca a digerire l'eternità di ogni cosa, e la sua mente ad avere coscienza.

A Carontìa Marina, c'era anche un anfiteatro greco, e lì spesso si recitava con le maschere. Si rappresentavano gli antichi misteri, i rapporti sessuali, i falli enormi, le prostitute, le orge, le danze, il vino, la carne, i canti, la musica, la natura ... e c'erano anche i mimi.

Anche quelle che si rappresentavano nell'anfiteatro greco, a Carontìa Marina, erano radici molto forti.

Forti come il fuoco degli incendi.

Forti com'è forte tutta l'acqua del mare.

Forti come sono forti le forze della natura.

Caro lettore, mentre viaggio insieme a te, ecco, invece ... adesso che io scrivo e che racconto ... cosa  mi dice, viaggiando nel mio orecchio, davanti al mio orecchio, come un obelisco enorme, come un fallo molto più grande del buco del mio orecchio, la mia radice egizia: <<Contemplare la campagna, le città, i terreni, arare, mietere, vedere ogni giorno la luce divina [Ra], il Risorto [Osiride], la conoscenza [Thot], avere il dominio dell'aria e dell'acqua, fare tutto ciò che piace come chi si trova nell'isola di fuoco [... sì, proprio l'isola di fuoco!... l'Etna ... Gli Egizi conoscevano la Sicilia?... conoscevano le felici condizioni climatiche della Sicilia? ...], mentre la vita palpita nelle sue narici senza che la morte sia possibile, rimanere nella campagna della pienezza in cui si trovano i campi ed il nutrimento, per sempre ed in eterno>>[1]: caro lettore, questo dev'essere il nostro lavoro, ogni giorno, ogni mese, ogni anno, se vogliamo che ogni uomo non distrugga se stesso perché ha già distrutto la Madre Terra dalla quale è nato.

Ma, se c'era il Diavolo in Sicilia, a Carontìa Marina, se lì c'era la sua dimora, e se era per questo che l'isola era di fuoco, com'è che la mia radice egizia mi diceva che chi si trovava nell'isola di fuoco poteva fare tutto ciò che era piacevole, mentre la vita palpitava nelle sue narici senza che la morte era possibile, e così rimanere nella campagna della pienezza in cui si trovavano i campi ed il nutrimento, per sempre ed in eterno?

Perché?

Forse perché le radici della lava dell'Etna erano i visceri dell'uomo che, nell'isola di fuoco, potevano uscire fuori alla luce, in direzione del sole e dei suoi raggi?

Erano quelle le mie radici?

Era la voragine delle passioni sfrenate, le mie radici?

Caro lettore, il dio Mithra sacrificò il toro primordiale in una grotta per far germogliare le piante e per rendere fertili gli animali.

La condizione della stessa vita, il germoglio, la fertilità, dipendevano, quindi, dal sacrificio del toro primordiale.

Una volta nato, una volta generato, l'uomo per avere la vita che palpitava nelle sue narici senza che la morte era possibile, per estrarre utilità dal nutrimento che si trovava nel campo della pienezza, per fare tutto ciò che gli piaceva come chi si trovava nell'isola di fuoco, per raggiungere la più elevata condizione spirituale, come il Minotauro in trasfigurazione, doveva prima cominciare ad accordare e ad armonizzare i suoi piedi, le sue gambe, il suo basso ventre, il suo ventre, il suo cuore, i suoi polmoni, le sue braccia, le sue mani, e soltanto dopo, dopo, i suoi occhi avrebbero cominciato a vedere la luce, ed i suoi orecchi ad ascoltarla, ed il suo naso a respirare veramente la vita, e la sua bocca a digerire l'eternità di ogni cosa.  

Caro lettore, è lì che abbiamo il nostro seme, le nostre radici profonde ... nella Madre Terra, irrigata per mezzo di canali, coltivata e custodita! ... nei visceri della terra ... nella lava dell'Etna...

Questo dev'essere il nostro lavoro ...

E' per questa causa che ti faccio da guida in questo viaggio ...

E' per questa nobile causa che ho viaggiato ... e che viaggio...

Ecco cosa mi ha sussurrato, come un soffio fresco e umido di vento, soavemente, all'orecchio, il seme della mia radice egizia! ... la mia guida egizia ... la guida dei miei viaggi ...

... Che sollievo! ... nel dolore ... nel male ... nella sofferenza ...

... Che profumo, che odore di natura, e di spighe, e di erbe, e di campagna, e di nutrimento, e di mare ...

... La Madre Terra ... L'acqua ... Il fuoco ... L'aria ... La croce ... T.

Caro lettore, la croce? ... Sì, la croce ... proprio la croce! ... perché, la mia radice ebraica, la mia radice cristiana e la mia radice Iniziatica,  adesso, mi parlano della croce ...

L'acqua ed il fuoco [anche l'acqua ed il fuoco di Carontìa Marina!] rappresentano ... i due principi della creazione. La loro attività nell'universo è simboleggiata dalla croce ... La linea orizzontale della croce rappresenta l'attività del principio femminile, l'acqua, che tende sempre ad estendersi, ad espandersi, [che viaggia] sulla superficie del suolo occupando più spazio possibile, cercando persino interstizi per infiltrarsi sotto terra e sparire. La linea verticale [invece] rappresenta il principio maschile, il fuoco, che al contrario tende a concentrarsi slanciandosi verso l'alto[2]... Noi viviamo nell'immensità del cosmo esattamente come i pesci nel mare ... I primi germi di vita, portati dai raggi del sole, sono scesi sulla terra, hanno viaggiato fino a raggiungere l'acqua degli oceani, che li ha accolti come una madre piena d'amore e li ha fatti crescere grazie alla luce ed al calore del sole[3] ...


[1]          Dai Testi dei sarcofagi, 467, Christian Jacq, La misteriosa sapienza dell'antico Egitto. Massime di eterna saggezza. Milano, 2000.

[2]    Le rivelazioni del fuoco e dell'acqua di Omraam Mikhaël Aïvanhov,  pag. 13

[3]    Le rivelazioni del fuoco e dell'acqua di Omraam Mikhaël Aïvanhov,  pag. 12

[Modificato da zsbc08 27/11/2008 11:17]
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