Diecimila santini con una supplica a Papa Benedetto XVI: basta con l'ostensione della salma di Padre Pio

Ultimo Aggiornamento: 24/12/2008 17:30
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01/12/2008 16:20

Più di 200 aspiranti sacerdoti al Pontificio seminario regionale pugliese «Pio XI» di Molfetta
Più di 200 aspiranti sacerdoti al Pontificio seminario regionale pugliese «Pio XI» di Molfetta

Una straordinaria
vitalità vocazionale

 

di Luigi Russo

Cento anni per un seminario sono tanti e pochi. Pochi rispetto ai tempi in cui questa istituzione formativa è stata voluta dalla Chiesa, tanti se rapportati al territorio. Ma un secolo è sempre una tappa importante, raggiunta quest'anno dal Pontificio seminario regionale pugliese "Pio XI" di Molfetta, dal Pontificio seminario regionale "San Pio X" di Chieti e dal Pontificio seminario marchigiano "Pio XI" di Ancona. Le tre comunità sono state ricevute insieme, oggi (sabato), dal Papa. È nata così un'occasione per ragionare su una straordinaria vitalità vocazionale che, in un tempo di crisi per le vocazioni sacerdotali, si registra particolarmente in Puglia dove si contano attualmente 230 seminaristi.
"Incoraggio i vescovi di codesta regione a proseguire nella loro zelante cura dei seminaristi e nella promozione delle vocazioni sacerdotali che, con l'aiuto divino, producono frutti promettenti, come dimostra l'attuale nutrita presenza di alunni nel seminario":  sono le parole del messaggio che Papa Benedetto XVI ha inviato alle chiese di Puglia in occasione dell'apertura dell'anno centenario, tenuta a Molfetta l'11 novembre dal cardinale Zenon Grocholewski, prefetto della Congregazione per l'educazione cattolica (dei seminari e degli istituti di studi). Questa "nutrita presenza" si è decisamente notata nell'udienza che il Papa ha tenuto oggi in Vaticano, quando ha incontrato i trecento pugliesi (230 seminaristi con i loro educatori e vescovi).
"È vero - conferma don Antonio Ladisa, rettore del Seminario di Molfetta e vice direttore del Centro nazionale vocazioni (Cnv) - in Puglia non abbiamo registrato cali sensibili in questi anni dal punto di vista vocazionale come è successo in altre regioni. Segno che nelle nostre diocesi è costante l'attenzione alla pastorale vocazionale, che si intreccia decisamente con la pastorale giovanile. Le nostre parrocchie fanno molta attenzione a proporre ai giovani percorsi formativi, spirituali ma anche testimoniali, che trasmettono loro l'idea che la vita è comunque una vocazione, sia nel presbiterato o nella vita consacrata, sia nella vita matrimoniale. Poi c'è un'altra risorsa importante:  in quasi tutte le diocesi di Puglia esistono i seminari minori, che oltre a fornire un terzo dei candidati al seminario maggiore, rappresentano nel territorio un continuo richiamo e rinforzo della proposta vocazionale, e sono luogo in cui i giovani si ritrovano e fanno esperienza di crescita nella fede adulta". L'elevato numero di ingressi in seminario maggiore - quest'anno trenta, nel 2007 addirittura cinquanta - da don Ladisa è spiegato anche con la presenza di un buon tessuto religioso della società pugliese, che resiste comunque nonostante la crisi della secolarizzazione, e così la proposta di fede riesce ancora a fare breccia nel cuore dei giovani.
Ma chi sono questi giovani che entrano in seminario? "Provengono quasi esclusivamente da percorsi strettamente parrocchiali e dell'Azione cattolica, molto scarsa invece la provenienza movimentistica - spiega don Gianni Caliandro, responsabile dell'anno propedeutico -. Sono giovani come tutti gli altri, con le loro ricchezze e la voglia di fare, e con le loro fragilità. A loro proponiamo, contemporaneamente alla filosofia e alla teologia, un percorso che li porti a una maturazione che sappia coniugare una spiritualità biblica e fondata sulla Tradizione, con un'altrettanto forte attenzione e cura del sé; infine è importante l'apertura al mondo, come luogo da conoscere, evangelizzare e da portare dentro la loro vita di preghiera".
Per don Ladisa, quest'ultimo aspetto, è fondamentale:  "I seminaristi nei fine settimana vanno nelle parrocchie per aiutarle nella pastorale, e lì incontrano la gente, i giovani, con i loro problemi e le loro domande. Inoltre fanno esperienza formativa e pastorale, insieme agli educatori, nell'ospedale di Bisceglie, nel supercarcere di Trani e in diverse comunità di recupero per tossicodipendenti. Quelli del quarto, quinto e sesto anno a settembre di ogni anno partecipano a una missione popolare in una diocesi pugliese".
Nel corso di questi cento anni migliaia sono stati i giovani formati nel Seminario regionale; più di 2.200 gli alunni ordinati presbiteri e, tra le fila dei docenti e degli ex alunni, sessanta sono stati consacrati vescovi e quattro elevati alla dignità cardinalizia. "Ciascuno con il suo carisma particolare, quasi rifrangendo in tanti raggi diversi l'unica luce - afferma l'arcivescovo di Bari-Bitonto, Francesco Cacucci, presidente della Conferenza episcopale pugliese - questi sacerdoti hanno custodito e accompagnato la fede delle nostre comunità e, con l'entusiasmo del loro ministero, si sono prodigati generosamente a favore della nostra regione. Pensiamo a quanto impegno è stato da loro profuso nelle scuole, nell'educazione dei giovani, tra le corsie degli ospedali, negli ambienti di lavoro, nelle carceri. Per non parlare del quotidiano lavoro da loro vissuto nelle parrocchie, condividendo la vita della gente, accompagnandone i momenti di gioia e di fatica. Presbiteri totalmente immersi nel popolo, segni, pur nella loro fragilità umana, di un Dio che si prende cura del suo gregge!".
Fra i sacerdoti educatori ed ex alunni del Seminario di Molfetta, sono numerosi coloro di cui è in corso il processo di canonizzazione e che attualmente le comunità cristiane di Puglia venerano come servi di Dio:  il rettore monsignor Raffaello Delle Nocche (1877-1960), il docente monsignor Nicola Riezzo (1904-1998), gli ex alunni don Angelo Raffaele Dimiccoli (1887-1956), monsignor Agostino Castrillo (1904-1955), don Ambrogio Grittani (1907-1951), don Ruggero Caputo (1907-1980), don Ugo De Blasi (1918-1982), monsignor Antonio Bello (1935-1993).



(©L'Osservatore Romano - 30 novembre 2008)

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