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Diecimila santini con una supplica a Papa Benedetto XVI: basta con l'ostensione della salma di Padre Pio

Ultimo Aggiornamento: 24/12/2008 17:30
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Post: 1.238
Città: GANGI
Età: 57
Sesso: Maschile
21/10/2008 15:55

Continua da: "La Camera del Silenzio (The Final Question)", Bastogi, dicembre 2007
[…]

Fu così che, mentre me ne stavo sdraiato sotto l'albero di quercia, mi venne in mente, di nuovo, il mio viaggio a San Giovanni Rotondo.
E fu così che mi venne in mente anche Castel del Monte.
E fu così che mi venne in mente Padre Pio.
Perché?
Caro lettore, ecco quello che di San Giovanni Rotondo, di Castel del Monte e di Padre Pio, io mi ricordo, ancora oggi.
La strada che porta fino a San Giovanni Rotondo, un tempo era una via di pellegrinaggio.
I pellegrini, in viaggio, in un tempo passato, passavano di lì, per andare a visitare, su Monte Sant'Angelo, la grotta dov'era più volte apparso San Michele arcangelo che lottava contro ogni forma di male.
La via di pellegrinaggio che passava per San Giovanni Rotondo era la Via Sacra dei Longobardi.
Che cosa aveva a che fare tutto quello che mi era accaduto con Castel del Monte, con San Giovanni Rotondo e con Padre Pio?
Da San Giovanni Rotondo, molto tempo fa, nel 1216, era passato anche San Francesco, il poverello di Assisi.
Il suo passaggio aveva entusiasmato la popolazione locale, l'aveva entusiasmata così tanto che molti del paese erano diventati francescani e molti conventi di frati francescani, per questo motivo, si erano aperti.
L'unico convento che, però, era sopravvissuto alle vicissitudini del tempo, era stato proprio quello che aveva ospitato Padre Pio, al secolo Francesco Forgione da Pietralcina.
Il poverello di Assisi, durante il suo pellegrinaggio, si era recato su Monte Sant'Angelo, ma appena era arrivato davanti la grotta di San Michele arcangelo, non aveva osato entrare.
Non era entrato dentro la grotta, però aveva inciso, sulla pietra d'ingresso alla grotta, il simbolo del suo Tau, la sua croce.
Perché?
Perché San Francesco d'Assisi insieme a San Pio da Pietralcina, per entrare dentro, ancora oggi, aspettano fuori la porta del Paradiso il tempo in cui anche l'ultimo dei loro figli l'avrà già oltrepassata?
Perché?
Forse il poverello d'Assisi non volle entrare dentro la grotta, perché quello era un luogo consacrato direttamente dall'arcangelo Michele e perché grande era l'energia di Dio in quel luogo, e perché grande era anche l'energia pagana, luciferina, che con la sua consacrazione l'arcangelo Michele doveva contrastare?
Forse il poverello d'Assisi non volle entrare dentro la grotta, perché lì sentiva la voce di Lucifero che si preparava a pronunciare la sua ultima domanda, proprio innanzi all'arcangelo Michele? la voce di Lucifero che si apprestava a chiedere di essere salvato anche lui, per far ritorno in Paradiso? per ricongiungersi a Dio, a Gesù Cristo ed allo Spirito Santo, in Uno?
Lì, in un luogo di confine tra l'immensa energia pagana e l'immensa energia cristiana, ancora oggi, troviamo i simboli del confine, i simboli del cielo, i custodi dell'immensa energia cristiana, sulla voragine dell'immensa energia luciferina.
Ecco quello che, in quel tempo, cioè nel tempo del mio viaggio, avevo letto, in una guida turistica, su quei luoghi e sulle leggende di quei luoghi: la prima apparizione [dell'arcangelo Michele] risale al V secolo, epoca in cui la regione del Gargano, terra isolata e impervia, comincia a essere cristianizzata. A governare è l'Impero romano d'Oriente nella cui capitale Costantinopoli (l'antica Bisanzio), già da qualche tempo è diffuso il culto dell'arcangelo ... L'arcangelo Michele ... nella capitale bizantina ha preso il posto di un dio medico, Esculapio. Nella regione pugliese denominata Daunia (compresa a grandi linee tra i fiumi Ofanto e Fortore) ... e più precisamente sul monte Gargano ... vive un personaggio mitico, bizzarro nell'aspetto, guaritore ed oracolo. E' Calcante, di omerica memoria, alato e dal corpo irsuto, che le genti italiche vanno ad interrogare sui loro mali, arrampicandosi fra le rocce garganiche e poi calandosi nelle viscere della terra, dentro una grotta. Qui Calcante sacrifica il montone nero. Nel suo fegato ancora caldo legge la malattia che si nasconde nel corpo degli uomini. I pellegrini, come feti indifesi, dormono nella grotta avvolti nella pelle della bestia uccisa in attesa del responso. E il responso sarà dato da sogni – rivelazioni[2].
... I pellegrini ... come feti indifesi ...
... I feti ... le donne gravide ...
... Il sollievo della sofferenza ...
... La possibilità della salvezza ...
... Il caprone nero ...
... Le viscere della terra ...
... Lucifero ...
... Calcante ...
... Il sacrificio del montone nero ...
... L'arcangelo Michele ...
... Esculapio ...
... Padre Pio ...
Ecco come avvenne la prima apparizione dell'arcangelo Michele.
Un giorno un ricco signore di Siponto ... faceva pascolare i suoi armenti sulla montagna del Gargano. All'improvviso scomparve il suo più bel toro. Il padrone lo cercò affannosamente nei luoghi più nascosti e diruti e infine riuscì a rintracciarlo sulla vetta della montagna, inginocchiato sull'apertura di una spelonca. Preso dall'ira, scoccò una freccia contro l'animale ribelle, ma in modo inspiegabile, anziché colpire il toro, la freccia ferì ad un piede il ricco signore. Turbato dall'evento, egli si recò dal vescovo, che, dopo aver ascoltato il racconto della straordinaria avventura, ordinò tre giorni di preghiere e penitenze. Allo scadere del terzo giorno, al vescovo apparve l'Arcangelo Michele che così gli parlò: “Io sono l'Arcangelo Michele e sto sempre alla presenza di Dio. La caverna è a me sacra, è una mia scelta; io stesso ne sono il vigile custode ... Là dove si spalanca la roccia possono essere perdonati i peccati degli uomini ... Quel che sarà qui chiesto nella preghiera sarà esaudito. Và, perciò, sulla montagna e dedica la grotta al culto cristiano”. Ma poiché quella montagna misteriosa e quasi inaccessibile era stata anche luogo di culti pagani, il vescovo esitò a lungo prima di decidersi ad obbedire alle parole dell'Arcangelo[3].
... I culti pagani ...
Fra i culti preesistenti nella grotta non si esclude il culto dedicato a Mithra, divinità indoiranica “importata” dai legionari romani. E' la leggenda del toro a suggerire l'ipotesi. Gli elementi sembrano in effetti esserci tutti: il toro, animale che Mithra sacrifica per far germogliare la vita e che, nel passaggio dalla civiltà della caccia a quella pastorale, diventa toro addomesticato, parte del gregge; la freccia di Gargano, che è la freccia del dio cacciatore e arma privilegiata dei persiani; la roccia, elemento sacro nel mithraismo, da cui nasce lo stesso dio con le sembianze di un giovane e origine dell'acqua, fonte di vita, al pari del cielo[4].
... l'origine dell'acqua ...
... il cielo ...
... ... ...
01-07-2007: questa mattina sono stato alla Casa Sollievo della Sofferenza di Padre Pio e, entrato dentro, salendo le scale, mi è apparso, per la prima volta, San Michele arcangelo, sul muro dell'ospedale, ed ho capito il significato della sua "spada di fuoco".
San Michele con la sua "spada di fuoco" trafigge il cuore dell'angelo Lucifero.
Questo non significa che lo uccide né significa che il Bene vince sul Male, perché lo sconfigge.
Significa che il cuore, aspettando lume per non cadere acerbo e senza trapassar del segno, deve armonizzare le sue disarmonie per mezzo della rettitudine della spada che ascende verso l'alto, così come il fuoco ascende al Silenzio.
Il Male dev'essere governato con la rettitudine, non dev'essere mai lasciato solo a se stesso, non può essere mai soppresso, non può essere mai vinto e sconfitto, perché insieme al Bene, entrambi – il Bene e il Male armonizzati tra di loro in modo non rumoroso, silenzioso – , sono la vita del corpo, dell'anima e dello spirito.
Il male è ciò che di energetico vi è nel bene umano.
Il bene umano è l'energia del male governata, nella rettitudine dei cuori.
Omraam Mikhaël Aïvanhov.
San Michele arcangelo.
Mikhaël – Michele.
San Giovanni Rotondo.
Giovanni Evangelista.
Padre Pio.
San Pio.
Monte Sant'Angelo.
Castel del Monte.
La Sacra di San Michele in Val di Susa, sul monte Pirchiriano.
Mont Saint Michel au péril de la mer.
Pellegrinaggi.
Esculapio.
A San Giovanni Rotondo ho capito il perché di Padre Pio insieme a San Michele arcangelo ed a Giovanni Evangelista.
Prima del viaggio a San Giovanni Rotondo, per me San Michele arcangelo era un illustre sconosciuto.
A San Giovanni Rotondo ho capito, per la prima volta nella mia vita, anche l'importanza del Gargano e l'importanza di Monte Sant'Angelo nei pellegrinaggi.
Presso la Chiesa di Santa Maria delle Grazie di Padre Pio, la Chiesa vecchia costruita nel 1616 ed attaccata al Convento dei Frati Minori Cappuccini, nel tetto, ho visto l'icona dall'arcangelo Michele e dell'angelo Lucifero, l'icona della Trasfigurazione. E' stato in quel preciso momento che ho capito!
Lì ci sono anche le icone di frate foco, sora acqua, frate vento, sora luna, frate sole, sora morte.
In mezzo a frate foco e a sora morte, tra l'inizio e la fine, tra la fine e l'inizio, tra l'alfa e l'omega, tra l'omega e l'alfa, all'inizio ed alla fine, ci sono l'arcangelo Michele, l'angelo Lucifero, la "spada di fuoco" ed il crocifisso.
Il crocifisso va dalla terra verso il cielo.
L'icona dell'angelo Lucifero, disteso a terra sotto il piede dell'arcangelo Michele, è la croce capovolta. Lucifero è il serpente, l'acqua che si espande su tutta la terra ed in profondità, il braccio corto della croce; l'arcangelo Michele è il fuoco, il braccio lungo della croce. La spada, però, segna il superamento della croce, perché è la generatrice del nuovo seme.
Adesso, alla luce di questi ricordi, disteso sotto la quercia, capivo perché, a Carontìa Marina, l'acqua non riusciva a spegnere il fuoco. Era perché lì era stato piantato un seme e, poiché era stato piantato un seme, l'acqua era ardente ed il fuoco era condensato, cioè, nel seme, il fuoco era acqua e l'acqua era fuoco.
Adesso capivo perché, a Carontìa Marina, il vecchio pescatore, se ne stava seduto sulla spiaggia, di giorno e di notte, nella sabbia, con la sua enorme croce in mano.
La catena dell'arcangelo Michele, dell'angelo Lucifero e della "spada di fuoco", va dal cielo verso la terra.
Ecco la catena d'amore dell'arcangelo Michele e di Lucifero e della "spada di fuoco": a centro ci sono: l'icona dell'arcangelo Michele, dell'angelo Lucifero, e della "spada di fuoco" ed il crocifisso piantato in sora terra; a seguire, in senso orario, dentro cerchi che sono nodi, ci sono frate foco, sora acqua, frate vento, sora luna, frate sole, sora morte.
Dicono che a San Giovanni Rotondo c'è quasi sempre la freschezza che dà sollievo di frate vento, anche quando c'è il sole e fa molto caldo.
Lucifero disteso a terra, nell'icona di San Giovanni Rotondo, orizzontale sotto il piede dell'arcangelo Michele, è l'acqua, il principio femminino, il serpente maledetto da Dio e destinato, per sempre, a strisciare, ventre a terra, nella polvere, quella stessa polvere con la quale Dio aveva creato Adamo.
L'arcangelo Michele, in posizione eretta, verticale, con la sua "spada di fuoco" in pugno, è il principio mascolino.
... Il ventre del serpente ...
... Il basso ventre della donna e la Madre Terra ...
... E il ventre contiene i visceri ed i visceri contengono tutte le umane passioni ...
... Ma il basso ventre della donna gravida contiene il seme della vita, la generazione ... le genealogie ... l'eternità ...
E' per questo motivo che dobbiamo imparare a governare le passioni perché il basso ventre può contenere la vita, l'energia vivente, l'energia nuova, il seme.
E' per questo motivo che il male è ciò che di energetico vi è nel bene.
L'umanità non può fare a meno di quest'energia vivente, della generazione, delle passioni, pena la sua stessa sopravvivenza come umanità.
La maledizione del serpente e la benedizione della vita.
Il parto nel dolore: la maledizione della donna e la benedizione della vita.
Il seme.
Il lavoro dell'uomo che con fatica e sudore ara, semina la terra e raccoglie il frutto.
La maledizione dell'uomo che lavora la campagna [Contemplare la campagna, le città, i terreni, arare, mietere, vedere ogni giorno la luce divina (Ra), il Risorto (Osiride), la conoscenza (Thot), avere il dominio dell'aria e dell'acqua].
La benedizione della vita, del frutto [fare tutto ciò che piace come chi si trova nell'isola di fuoco, mentre la vita palpita nelle sue narici senza che la morte sia possibile, rimanere nella campagna della pienezza in cui si trovano i campi e il nutrimento, per sempre e in eterno].
Il seme: il simbolo.
Il piede della donna sulla testa del serpente.
Il piede della donna sulla luna.
Il serpente.
La luna.
Il principio femminile.
Il basso ventre della donna e l'organo riproduttivo dell'uomo.
La maledizione-benedizione della vita.
Il cielo e gli obelischi.
Perché alla mia mente ritornavano sempre l'arcangelo Michele e Lucifero, la Creazione e l'Apocalisse? Perché? Perché questo accadeva a me ... a me che credevo in Uno?
Alla mente mi venne un altro ricordo.
Andando verso Monte Sant'Angelo, lungo la S.S. 272, l'antica via di pellegrinaggio, la via sacra dei Longobardi, avevo il finestrino della macchina aperto e il vento mi soffiava in faccia, mentre i grilli e le cicale cantavano.
Vedevo le mucche da latte ed un toro.
Mi espandevo. Mi stavo espandendo come a Cefalù, sugli scogli, seduto davanti al mare, sotto le mura megalitiche.
Padre Pio: Epistolario, I, Corrispondenza con i Direttori Spirituali (1910-1922): ho visto questo libro, per la prima volta nella mia vita, lungo il percorso di visita alla Chiesa di Padre Pio. Mi ha colpito una fotografia di Padre Pio, che è esposta in una bacheca, al lato dell'Epistolario ... ed è per questo motivo che mi sono soffermato a copiare sulla mia agenda il titolo del volume.
La fotografia di Padre Pio dell'Epistolario, mi ha seguito in ogni posto in cui mi sono recato, a San Giovanni Rotondo.
Dovunque andassi, c'era una copia di quella fotografia.
Padre Pio, nella fotografia dell'Epistolario, mi guardava, mi guardava con una espressione che non capivo.
... Lui e l'Epistolario ...
... Lui ed i suoi direttori spirituali ...
... Lui che è un direttore spirituale ...
... Il suo Epistolario ...
... Il suo libro ...
All'uscita del percorso di visita alla Chiesa di Padre Pio del Convento dei Cappuccini Frati Minori, c'è un quadro che rappresenta un labirinto, la Madre Terra, con al suo centro un seme unico da cui partono tutte le radici. In alto a destra, si vede una delle radici che diventa giovane piantina verde, nel suo uscire dalla terra all'aria aperta. Sopra la piantina verde, c'è la luna. In alto a sinistra si vede il profilo della testa di Padre Pio da cui partono, a 360°, i raggi del sole. Al centro, in alto, tra il sole e la luna, c'è una colomba bianca che vola dal sole verso la luna. Sotto, ai piedi del labirinto, del quadro, si legge: "La natura non esplora con un solo sentiero per raggiungere una mela, così l'uomo".
... "La natura non esplora con un solo sentiero per raggiungere una mela, così l'uomo"...
... La mela ...
... La porta del Paradiso ...
... Il labirinto ...
... Il seme ...
Quando siamo arrivati a San Giovanni Rotondo, alla Pensione Bianco, nella nostra camera, la 202, la prima cosa che ho visto, entrando dentro, è stata una piccola piuma bianca di colomba, accanto al balcone, all'interno della camera.
Nell'ultimo giorno di permanenza a San Giovanni Rotondo, una delle ultime cose che ho fatto è stata la visita al quadro che ho descritto, posto su una parete all'uscita del percorso guidato dei pellegrini, all'interno delle due chiese, la vecchia e la nuova, del Convento dei Frati Minori Cappuccini.
All'inizio del percorso, sopra la porta d'ingresso al percorso, c'erano scritte alcune parole di Padre Pio nelle quali lui diceva che non sarebbe entrato nella porta del Paradiso fino a quando, prima di lui, non fosse entrato l'ultimo dei suoi figli.
Alla fine del percorso, c'era il quadro del labirinto.
La porta del Paradiso, all'inizio, ed il labirinto, alla fine.
Esiste un nesso tra Padre Pio e San Michele arcangelo! Adesso lo so!
Tutta la vita di Padre Pio è stata profondamente segnata dal dolore fisico, dolore che lui, senza mai guarire, ha imparato a governare e da cui, in silenzio, si è sollevato.
La sua anima ed il suo spirito sono stati la "Casa Sollievo della Sofferenza", del suo corpo sempre malato e dolorante.
L'anima e lo spirito che camminano nella rettitudine ascendente e discendente del cuore della "spada di fiamma" di San Michele arcangelo sono la "Casa Sollievo della Sofferenza" del male dell'esistenza umana.
Durante il viaggio, ho potuto osservare un'altra cosa, e cioè che i territori di San Giovanni Rotondo e di Monte Sant'Angelo sono molto pietrosi.
Alcuni appezzamenti di terra, invece che di terreno, infatti, sono di pietre.
In alcuni di questi appezzamenti di terra, che sono di pietre, crescono gli ulivi.
Molti fondi sono recintati con muretti, fatti di pietre a secco, senza malta.
Certamente, i contadini, all'inizio, hanno spetrato la terra, ammassando pietre, una accanto all'altra, dalla più grande alla più piccola, ininterrottamente, lungo tutta la linea di confine. Dopo, da quelle pietre e con quelle pietre ammassate, hanno elevato dei muretti, a secco, come recinti.
Anche i Trulli e le coperture dei pozzi ricordano le montagne di pietre, dapprima ammassate per spetrare la terra, all'interno del fondo, e, solo in un secondo momento, trasformate in coperture di pozzi, in Trulli di pietre, costruiti con poca malta.
Certamente, la cultura della pietra ha segnato profondamente, e per molti millenni, la vita degli uomini di queste terre.
In questi posti, dalle montagne si scende nelle grandi pianure, e dalle grandi pianure si elevano le montagne, salite le quali si può vedere, a 360°, e governare, tutto il territorio circostante fattosi pianura.
Questo è un territorio sacro all'arcangelo Michele.
Dalla terra, fattasi pianura, governata, si eleva la sua "spada di fuoco", il monte.
E' dall'alto del monte che si governa la pianura. Per vedere, a 360°, e per governare tutto il territorio della pianura, bisogna salire sul monte.
Ma, in queste zone, in queste terre, tra queste pietre, non si sale sul monte per arroccarsi, per vincere e sconfiggere la pianura, per ammazzare, con la spada di fuoco, tutti gli uomini che la abitano, ma per governare tutto il territorio che si è fatto pianura e tutti gli uomini che, su di essa, camminano rettamente, per salire ancora più su, come gli angeli.
L'arcangelo Michele, con la sua "spada di fuoco", nella scultura di bronzo che sta lì, come una finestra aperta, sulla parete della scala, che fa salire e scendere, nella "Casa Sollievo della Sofferenza", come se fosse un monte, non fa entrare l'ammalato per farlo arroccare, ma per insegnargli a governarsi per mezzo della rettitudine, per mezzo della sua "spada di fuoco", e cioè per insegnargli ad armonizzare, in silenzio, la sua anima ed il suo spirito con il suo corpo fisico. L'anima e lo spirito se non sono governati rettamente, non possono arrecare sollievo ai dolori del corpo.
L'uomo ammalato, che sente dolore, deve salire sulla montagna della sua anima e del suo spirito, ma non per arroccarsi, per vincere e sconfiggere tutti i mali del suo corpo, ma per vedere a 360° e governare tutto il territorio circostante, tutto il suo corpo acquietato e tranquillizzato, che si è fatto pianura.
Che sollievo!
... La Camera del Silenzio ...
La Camera del Silenzio mi fa pensare all'essere sepolti vivi, come cadaveri nel corpo e come vita che c'è nell'anima e nello spirito, mi fa pensare alle tombe degli Egizi, a quelle dei faraoni, alle Piramidi, al Sepolcro di Gesù Cristo, al Sepolto Vivo come cadavere nel corpo che è vita nell'anima e nello spirito.
Nella Camera del Silenzio, nei visceri della terra, tutti i sensi sono messi a tacere: è la resurrezione, la salita al Padre e la ridiscesa come Spirito Visibile, a 360°.
Il viaggio a San Giovanni Rotondo: partenza da Gangi in macchina alle h. 18:00 circa del 29/06/2007, arrivo alle h. 9:00 circa del 30/06/2007.
30/06/2007 e 01/07/2007: pernottamento a San Giovanni Rotondo nella "Pensione Bianco", difronte la Chiesa di Padre Pio del Convento dei Frati Minori Cappuccini.
01/07/, h. 16:00-19:00: visita a Monte Sant'Angelo.
Partenza da San Giovanni Rotondo alle h. 10:00 circa del 02/07/2007.
S.S. 272, l'antica via di pellegrinaggio, Manfredonia, Barletta, Andria, visita a Castel del Monte alle h. 15:00 circa.
Arrivo a Gangi, alle h. 3:00 circa del 03/07/2007.
Policoro, chi era?
Lungo la strada per ritornare a Gangi, dopo Castel del Monte, Potenza, Matera, Metaponto, direzione Reggio Calabria, ho incontrato l'insegna che indicava una cittadina: Policoro.
Chi era Policoro?
Dentro la seconda cappella della Casa Sollievo della Sofferenza, ho visto anche la statuta pellegrina della Madonna di Fatima.
... La statua pellegrina ...
... I pellegrinaggi ...
... I viaggi ...
... I miei viaggi ...
... San Giovanni Rotondo ...
... Monte Sant'Angelo ...
... Le grotte di Castellana ...
... Il Gargano ....
... La Sicilia ...
... Carontìa Marina ...
... Il mio racconto ...
... "La Camera del Silenzio" ...
... Il mio racconto, il mio libro ...
Caro lettore, le parole sono figlie spirituali delle stelle.
Sono le stelle che scrivono le parole sulle pagine, perché le parole, con la loro luce, devono indicare a chi legge la strada del viaggio celeste, perché le stelle sono le porte per entrare nell'energia dell'aldilà, verso il fluido magico. Le stelle ci insegnano la strada di luce per l'aldilà. E nell'aldilà, negli Inferi, c'è una creatura di Dio, un angelo, che esiste, in una dimensione inferiore, come Lucifero. Per raggiungere Lucifero e, insieme a lui, per raggiungere, in una dimensione superiore, la nuova manifestazione del Dio dell'Apocalisse, il suo Nome nuovo, dobbiamo fare mille passi lungo la strada delle stelle e volgere lo sguardo verso l'acqua cristallina senza cielo.
Caro lettore, se nel tuo viaggio seguirai la strada delle stelle, allora a parlare non sarà la tua fantasia, ma nelle tue parole parleranno tutti quelli che, prima di te, hanno già percorso la strada delle stelle.
I nostri antenati e le loro idee, infatti, non stanno dietro a noi, nel passato, ma corrono nel futuro, sono davanti a noi e ci guidano durante il nostro viaggio e ci aspettano all'arrivo.
Loro sono lenti come una tartaruga, ma sono sempre davanti a noi.
E' questo il senso dell'infinito, caro lettore!
L'infinito è il passato che è sempre davanti a noi, come una tartaruga.
E' per questo che la Creazione, che dovrebbe essere dietro a noi, in realtà, corre davanti a noi, nell'Apocalisse.
L'Apocalisse è una dimensione diversa della Creazione.
... La legge di Mosè e “la legge dell'Apocalisse” ...
... Le piaghe dell'Esodo e le piaghe dell'Apocalisse ...
... L'Esodo ed il ritorno all'”Egitto dell'Apocalisse” ...
... Il Faraone dell'Esodo ed “il Faraone dell'Apocalisse” ...
... La terra promessa della Genesi e la nuova Gerusalemme dell'Apocalisse ...
... La Trasfigurazione di Lucifero nell'arcangelo Michele, dopo la sua caduta ...
Caro lettore, tutti questi segni sono, soltanto, dimensioni diverse dell'Unica realtà che è l'infinito, la luce; sono semi, soltanto semi ricchi di benedizione e di grazia.
Ed io sono sicuro che Padre Pio da Pietralcina sapeva che tutto questo doveva accadere: "La natura non esplora con un solo sentiero per raggiungere una mela, così l'uomo".
Perché?
Caro lettore, se il cuore di ogni uomo non sarà retto e leggero come una piuma d'aquila, arriverà il tempo in cui nella terra, nel mondo, succederanno cose ... molto rumorose e devastanti ... per le quali la libertà di scelta dell'uomo diventerà del tutto impotente.
... Altro che silenzio! ...
In quel tempo, l'uomo tornerà ad essere un animale bruto e morirà per sempre da animale bruto e brutto, proprio lui che, in un tempo passato, era vissuto da animale divino ...


________________________________________
[1] Rita Gambescia, La Grotta di San Michele Monte Sant'Angelo fra storia, fede e arte.
[2] Rita Gambescia, La Grotta di San Michele Monte Sant'Angelo fra storia, fede e arte.
[3] P. Jan Bogacki, Guida al Santuario di San Michele sul Gargano
[4] Rita Gambescia, La Grotta di San Michele Monte Sant'Angelo fra storia, fede e arte.



Da: Libero-News-Libero-Blog- Atualità

24 aprile 2008 - 09:45
Padre Pio, un vero business

 

Migliaia di fedeli sono atttesi oggi a San Giovanni Rotondo per l'ostensione delle sacre spoglie del santo frate e per accoglierli degnamente la cittadina si è rifatta a nuovo

 

 
di Redazione

Milioni di pellegrini sono attesi a San Giovanni Rotondo dove, a partire da oggi, giovedì 24 aprile, sarà possibile visitare le spoglie mortali di Padre Pio. Almeno 750mila le prenotazioni di fedeli e pellegrini giunte finora al centralino del convento di Santa Maria delle Grazie. Il corpo del santo con le stigmate sarà esposto in una teca di cristallo nella cripta dove si trovava la tomba e potrà essere visitato fino alle fine del 2008. Un'occasione questa che rappresenta sicuramente un momento spirituale unico per tutti i suoi fedeli, ma soprattutto un grande affare per la città di Pietralcina che negli anni ha visto sorgere alberghi e chiese come funghi.

Per accogliere degnamente i pellegrini l'amminsitrazione comunale di San Giovanni Rotondo ha provveduto a sistemare strade, marciapiedi e ad illuminare le aree prossime al convento e alla nuova chiesa dedicata proprio al Santo. Completata la cartellonistica stradale che fornirà ai fedeli le indicazione dei punti di presidio medico e delle autoambulanze. In nome della sicurezza sarà completata anche una nuova postazione della Polizia Municipale e dei carabinieri mentre i Vigili del Fuoco avranno la loro sede provvisoria nei locali di una ex scuola.
[Modificato da zsbc08 25/11/2008 13:01]
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