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Diecimila santini con una supplica a Papa Benedetto XVI: basta con l'ostensione della salma di Padre Pio

Ultimo Aggiornamento: 24/12/2008 17:30
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25/10/2008 15:47

Il 4 novembre a San Francisco si vota sulla prostituzione

Da: Corrieredellasera.it

Prostituzione: a San Francisco
referendum per abolire il reato

Resterebbe illegale, ma si vuole impedire alla polizia di effettuare arresti. E lavoro extra ai tribunali

Una prostituta a San Francisco (Ap)
WASHINGTON – Alle elezioni presidenziali del 4 novembre gli abitanti di San Francisco voteranno pro o contro la «Proposta K» che abolisce il reato di prostituzione. La proposta è avanzata dalla Rete di difesa dei lavoratori del sesso e appoggiata dal Partito democratico, sebbene il sindaco, che vi appartiene, la opponga.

SONDAGGI - Dai sondaggi è difficile che il referendum passi: uno analogo venne sconfitto nella vicina città di Berkeley nel 2004. Ma Carol Leigh, una delle fondatrici della Rete, è convinta che la Proposta K (la lettera K indica le più varie ordinanze comunali) sarà approvata «perché sempre più gente pensa che la prostituzione non sia un crimine, come non lo sia fumare la marijuana». In America, la prostituzione è permessa in alcune contee del Nevada, dove prosperano bordelli controllati dalle autorità, e nel Rhode Island, purché in privato e tra adulti consenzienti. Altrove è vietata, sebbene metropoli come New York, Los Angeles e Chicago ne siano infestate. San Francisco permetterebbe alle prostitute di aggirarsi nelle strade.

SCALPORE - La Proposta K non legalizzerebbe comunque la prostituzione, illegale in tutta la California: impedirebbe solo alla polizia di operare arresti, che in media sono tra i 1.500 e i 1.600 all’anno, e alla magistratura di infliggere condanne fino a sei mesi di carcere (ma i processi sono meno di cento) con un risparmio annuo, secondo La rete, di 11 milioni di dollari. La Proposta K ha destato scalpore perché si scontra con i «valori» su cui il candidato repubblicano alla Casa Bianca John McCain e la sua vice Sarah Palin basano la campagna elettorale e ha rafforzato l’immagine di San Francisco come una città senza freni. La rete sostiene che il referendum consentirebbe alle prostitute di formare «collettivi» autogestiti, e sottrarsi all’attuale sfruttamento e traffico di «schiave bianche»: protesta la Leigh che «è una questione di diritti umani».

DIRITTI UMANI - Ma il procuratore distrettuale Kamala Harris e il commissario Al Pardini ribattono che accadrebbe proprio il contrario: «Sarebbero più esposte alla violenza e alla droga», reagisce Pardini. «Quanto ai diritti umani, la maggioranza delle prostitute non sceglie liberamente questo mestiere, è costretta a farlo». Sulla Proposta K, San Francisco rischia di spaccarsi in due, come si spaccò sulla legalizzazione della marijuana (permessa solo a fini terapeutici, come in tutta la California). Gli evangelici e i conservatori si stanno infatti mobilitando non soltanto per bocciare il referendum, ma anche per chiudere i molti «marijuana medical club» sorti nel frattempo, e per rendere più severe le ordinanze contro la prostituzione, che affligge la città dalla metà dell’Ottocento, dalla corsa all’oro che trasformò un intero quartiere del porto in un bordello, la famigerata Barbary coast.

Ennio Caretto
22 ottobre 2008

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